Era mio padre
“In quelle domeniche di pioggia.
Lui e il padre, due timidi, in soggezione l’uno dell’altro,
ambedue inadeguati nei loro ruoli assegnati dalla natura.
Era mio padre
“In quelle domeniche di pioggia.
Lui e il padre, due timidi, in soggezione l’uno dell’altro,
ambedue inadeguati nei loro ruoli assegnati dalla natura.
A questa mia domanda provocazione su FB risponde, fra gli altri, l’amico e compagno Luigi Anzellini.
Luigi Anzellini: Bella domanda, Luciano.
Non è colpa nostra se giustizia fa rima con immondizia.
E certe assonanze spesso riflettono la realtà.
Prima di ammalarsi di Alzheimer, mio padre ogni mattina si svegliava alle sei, preparava il caffè, si dedicava alle sue abluzioni, si radeva, lucidava le scarpe.
“La immaginavo poi a letto, scosciata, che mi chiedeva di farle
tutto il possibile e di più, al buio.
“Non invecchieremo mai”, dice Luciano Odorisio.
“Cercò di spogliarmi già in ascensore.
Gran porca!
Era il mio tipo.
Come le superstizioni tramandate dalle famiglie aiutino
Eravamo su una rampa di lancio, stavamo costruendo il nostro futuro, ci si aiutava fra noi, saremmo arrivati chissà dove, avremmo cambiato il mondo, chi in piazza, chi con un film.