Cinema & Teatro, Luciano Odorisio

“Scoprì l’amore fra grandi, sesso rozzo e indecente…”

“(…) Il signor Nicola, il panettiere sottocasa, un uomo sanguigno di poche parole dalle mani grandi e callose, Lady Chatterley avrebbe fatto carte false per lui, non mancava mai di rivolgere qualche complimento alla signora Emma e un dolcetto per la ragazzina mentre da dietro la vetrina il figlio piccolo, Mariolino, di un paio d’anni più grande di Mary, arrossiva guardandole con timidezza le mammelline appena spuntate di cui lei andava fiera e che la sua amichetta del cuore, Silvana, baciava e succhiava a sfinirsi chiamandola “mammina”.

    E quando una sera il padre restò fuori paese per un lavoro stagionale, sua madre la mandò al cinema di quartiere, Mater Domini, una specie di piccolo “pidocchietto” per serve e militari e ragazzini, lo stesso cinema dove andava con Silvana, e la donna aprì la porta al signor Nicola che le portò pane ben caldo e dolcetti fin dentro la sua camera da letto.

Maristella girò l’angolo e si arrampicò sul retro della palazzina per raggiungere la finestra dagli scurini accostati, in bilico su un cornicione come un maschiaccio.

    Spiare la madre con quell’uomo le diede un’emozione intensa, violentissima, vampate di calore.

    Scoprì l’amore fra grandi, sesso rozzo e indecente, quello di cui si parlava nei libri proibiti che leggeva durante la notte insieme a Silvana toccandosi toccandola.

    Sesso dai modi ruvidi e osceni, senza freni nè vergogna.

    Non era amore, era sesso.

    «Chiavami maschio!!!» urlava la madre sotto i colpi dell’uomo che la prendeva con forza, con prepotenza, chiamandola puttana, schiaffeggiandola mentre lei gli baciava le mani come una schiava devota e riconoscente, e le piacque, la sconvolse, lui, il suo corpo nudo, la sua virilità.

E il giorno dopo replicò posizioni e atteggiamenti con Silvana, sbattendola al muro, baciandola dappertutto, allargandole le cosce così come il fornaio aveva fatto con la madre, facendola urlare di piacere, aggredendola senza pudore, gesti indecenti, sudore su sudore, schiaffeggiandola.

    Silvana ebbe paura.

    «Ma che fai, sei impazzita…» ma fu presa da un orgasmo mai provato fino ad allora e si abbandonò alle sue voglie.

    «Mary, Mary… sì…».

    Ma tutto questo non le bastava più, Mary voleva esser lei al posto di Silvana, voleva esser lei al posto della madre.

    Era pronta, voleva un uomo… e forse voleva proprio quell’uomo rozzo e prepotente. (…)”

da “Il paese che non c’era” di prossima pubblicazione

INTANTO:

Claudio Trionfera per Maxim: “Luciano Odorisio non è uno scrittore ma un regista di fine sensibilità e passione. Tuttavia in questo suo libro riesce a dimostrarsi scrittore con le medesime caratteristiche del cineasta. Coinvolgendo e divertendo, soprattutto accendendo la memoria fino a provocarla e, in qualche modo, a tormentarla quando il ricordo si fa strada senza fatica in una beata gioventù fatta di eventi, flash, personaggi e sensazioni.” (continua)

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