Luciano Odorisio, Politica

Dio, Patria & Famiglia…

“(…)

IL POPOLO che marcia per le strade di Verona, ieri, dopo la tre giorni dedicata al Congresso delle Famiglie, è disciplinato e silenzioso, un po’ “moscio” (vocabolo improprio), pure se effettivamente riuscita, nel nome di “Dio, patria e famiglia”. 

Non ci sono canti e balli, né slogan urlati. Il giorno prima, i contestatori erano più animati. Ma il vecchio/nuovo che avanza da Verona è pure questo: gente che non ha l’abitudine a scendere in piazza e non si agita. Ma c’è. 

Gli eccessi sono tutti negli striscioni e nei cartelli. “Aborto, genocidio di stato. Sessualità responsabile”, è quasi una gigantografia. Come la foto di un feto, con definizione “Persona dal concepimento”. “L’aborto è un grave delitto”, è il cartellone dei medici obiettori. 

Ci sono anziani e bambini, tante famiglie, nessun giovane “single ”. 

“La donna deve poter essere madre, moglie e lavoratrice. Non ammazzarsi per lavorare”, argomenta un giovane fiorentino con 3 figli al seguito. 

È uno dei ritornelli in piazza: fine della dittatura del lavoro per le donne. 

L’emancipazione, a questo punto, passa per la realizzazione in famiglia. Nel documento finale del Congresso, oltre alla richiesta di rogatoria contro l’utero in affitto, si chiedono più soldi per le famiglie, asili nido, aumento della maternità e dei giorni di congedo parentale. In testa al corteo, ci sono anche esponenti di Forza Nuova (senza simboli). 

Sul palco salgono gli organizzatori: Jacopo Coghe, Antonio Brandi (che inneggia alla Russia e a Orban in pole position per le politiche sulla famiglia), il sindaco di Verona e uomo del ministro Fontana, Federico Sboarina, Simone Pillon. 

Tra le sigle in marcia, spuntano, Alleanza per la Vita (mission numero 1, studiare le Encicliche), ProVita, Generazione famiglia. 

E Manif per tous, quelli che promuovono l’uso del Metodo Billings per il controllo delle nascite (ovvero il monitoraggio naturale dei giorni fertili e non). “Mi pare uno strumento molto importante, perché così le donne imparano a conoscere il proprio corpo, invece di usarlo”. L’osservazione è di un professore di Modena, che racconta di aver votato per tutte le forze dell’arco costituzionale e di essere ancora alla ricerca di zone libere da Massoneria e dai progetti di Soros. 

SE QUELLI DI FUORI p ai o n o soldati semplici dell’Evangelizzazione modello Family Day, dentro si sono riuniti nobili e lobbisti, oligarchi russi e uomini d’affari americani. 

La rete va avanti. 

Sul palco, Ignacio Arsuaga, presidente della ricchissima Ong Citizengo, inneggia a Verona, “città dell’amore”. Chissà che cosa avrebbero detto Giulietta e Romeo, simboli eterni dell’amore romantico, indotti alla morte dalla contrarietà di genitori e regole sociali, a vedersi rappresentati dagli eroi della famiglia. 

Nella gigantografia del cuore che sfila tra la folla, azzurro e rosa, al centro c’è una fede. 

Il matrimonio è sacro, l’ordine sociale prima di tutto.”

Stralcio da unn articolo di Wanda Marra per IlFQ, 1-04-19

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