I Ricordi di Caterina, Luciano Odorisio

Tutti per uno, uno per tutti

Ho visto recentemente il film di Giovanni Veronesi “ Moschettieri del Re. La penultima missione “: è una rivisitazione comica del libro di Dumas “Vent’anni dopo”. Non che mi aspettassi fedeltà al romanzo, dopo aver visto tanti film sullo stesso argomento, ma le storie di Dumas sono proprio un’altra cosa.

E allora mi è venuta la voglia di rileggere i libri della trilogia dei moschettieri, a partire dal primo “I tre moschettieri “, che poi erano quattro.

L’ho letto per la prima volta a dieci anni, in un’edizione per ragazzi, purgata degli episodi più scabrosi.

Ad esempio, Costanza, amata da D’Artagnan, era indicata come la nipote di Bonacieux e non la moglie, come avrei scoperto in seguito. Insomma si sorvolava sugli adulterii e non si spiegavano certe passioni folli.

Mi appassionai alle vicende dei moschettieri, mi commossi e mi divertii. Il mio personaggio preferito era il nobile Athos ed ho odiato, come tutti, la perfida Milady.

Lo confesso, sono stata contenta quando è stata giustiziata, salvo poi rendermi conto, nel successivo romanzo, di quanto la decisione abbia pesato sulla coscienza degli autori.

È un libro di avventure, duelli, tradimenti, nel quadro della storia del regno di Luigi XIII e del Cardinale Richelieu, ma anche di amori sinceri, lealtà e amicizia. E sono proprio questi ultimi i valori che contano, pur nel panorama di violenza e lotta per il potere.

Perciò, quando assisto alle rivisitazioni della storia dei tre moschettieri in chiave parodistica, provo un istintivo fastidio.

Andare a manipolare un archetipo, cancellare l’esaltazione di valori immutabili, mi appare un triste specchio dei nostri tempi in cui non si prende nulla sul serio, in cui possono essere definiti i tre moschettieri alcune nostre squallide figure politiche o chiamato capitano un personaggio che non somiglia nemmeno vagamente a D’Artagnan, che lo diventerà davvero ed è indimenticabile per l’allegria, l’ironia, l’astuzia intelligente finalizzata al bene ed alla giustizia.

Seguendo la tradizione di Dumas del feulletion, arrivederci alla prossima puntata!

Caterina Abbate

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Sono un po' strega perché ebbi la sorte di nascere a Benevento, ma sono e sarò sempre una ragazza degli anni Sessanta. Per tutto quello che ciò significa.

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