Luciano Odorisio, Politica

“Renzi primarie: il giorno della rivalsa!’ di Pina Fasciani

Altra perla di Pina Fasciani, da leggere:

“Il futuro non è qui, neanche il passato. 

Il futuro non è qui, neanche il passato, esiste solo ieri per Renzi.

Ieri, quando lui era il Presidente, quando ha rottamato una storia e ha trasfigurato il PD.

Al tempo dei pani e dei pesci

Va in giro per l’Italia, per presentare il suo libro, chiama a raccolta i suoi sostenitori, si rimette al centro della scena, come e più di prima.

È lui che detta l’agenda , come e più di prima. 

Accorrono i suoi e accorrono tutti coloro graziati nel passato e timorosi di voltare pagina. È come un triste amarcord insieme a un forte sentimento di rivalsa.

Per chi ha perso più volte le elezioni è il peggio, non chiedersi il perché sia accaduto, come rimediare nel futuro, è una morte annunciata ancora una volta.

Un Renzi prigioniero di se stesso, incattivito anche dalle vicende familiari, rinserra le fila, e ripropone la fulgida ascesa di ieri. 

Conta ancora nel PD, riesce a dare lustro alla mediocrità politica e alle ambizioni di molti che, senza Renzi, non avrebbero esistenza o non l’avrebbero più da tempo.

Costoro giocano la partita delle primarie, anzi il solo pensiero è quello, fare del 3 Marzo il giorno della rivalsa, decapitare definitivamente la sinistra interna e riprendersi il giocattolo. Martina e Giacchetti sono lì per questo.

Il giorno della rivalsa

Se il gioco riesce il PD sarà suo, a sua immagine e somiglianza.

Se il gioco non riesce e vincerà Zingaretti, lui, con i suoi fedelissimi fonderà un nuovo Partito, ci sta lavorando da tempo.

Un gioco al massacro, un gioco che non c’entra nulla con il Paese, con i suoi drammatici problemi.

C’entra un partito piegato intorno a un  leader sconfitto, patetico e livoroso.

Salvini vince per questo, quel Salvini che scorrazza indisturbato, regione per regione, proponendo le proprie tremende ricette a problemi reali. 

Ci riesce e penetra come un coltello affondato nel burro. 

Parla al Paese, gioca sulla disperazione, la piega a suo favore e ne fa forza travolgente.

Mentre Renzi parla di sé, del suo personale destino. Un cieco egocentrico in mezzo a altri ciechi.

Il Paese va verso una durissima recessione, il secondo semestre di questo anno, segnerà un qualche accenno di ripresa, dicono gli esperti, dovuti ai provvedimenti del governo, ma sempre intorno allo zero virgola. 

Non saranno sufficienti, se non ininfluenti, ad arginare il tracollo segnalato dai dati impietosi della produzione industriale, del debito pubblico, dell’export, del PIL. 

Già si prefigura per il 2020 un anno di lacrime e sangue con l’attivazione dell’aumento dell’IVA, che diventerà obbligatoria secondo la manovra di questo Governo.

Tutto ciò scompare dall’orizzonte renziano,  in quell’ordine c’è solo la rivendicazione che quando lui governava i dati erano positivi. 

Non dice il tapino che quei dati erano un riflesso della crescita europea, e che qui in Italia erano molto più bassi nonostante quella crescitta.

Non lo dice rimuove.

Per tutti quelli che, come me, amano la politica, amano guardare agli orizzonti lunghi, a partire dal presente , guardando in faccia la realtà, capirne i movimenti con l’orecchio a terra, e alzare la testa per dare orientamento agli sperduti , non resta che sperare in una potente pioggia ristoratrice che lavi le scorie, trascini via i macigni ingombranti, rifertilizzi la terra. 

Togliete quel macigno sulla strada, prima che travolga tutti, sia quel che

Pina Fasciani

resta del PD e sia quello che potrebbe rinascere.”

di Pina Fasciani

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