“Anch’io andavo in via Veneto a quel tempo.
Uscivamo in gruppo da quella pensioncina in via degli Artisti
23, gestita da sora Maria, una giovane donnetta scialba col
muso da furetto scemo che aveva scoperto come contrastare la
caduta dei capelli.
Lavandoseli una volta ogni due mesi.
Dopo ogni lavaggio, trascorsa una settimana, le veniva un’acconciatura
a raggiera, come un’aureola da Madonna del Bordone
dove i capelli ribelli vivevano una vita propria, trasformandosi
poco dopo in un groviglio stoppaccioso.
Dopo il primo mese i capelli di sora Maria erano diventati una
matassa di serpentelli stile Medusa.
All’ultimo piano abitava, in quella via degli Artisti 23, Paola
Borboni, con la quale ci s’incontrava quasi ogni giorno…”
Da “Non invecchieremo mai”, Il Viandante Edizioni: