Pina Fasciani fotografa il giorno dopo in Abruzzo:
“Il terremoto abruzzese
I risultati delle elezioni regionali parlano a tutti.
Non vince il centro destra vince la Lega e Fratelli d’Italia. La lega che ha prosciugato prima i voti di forza Italia alle politiche dello scorso anno, oggi quelli del M5S.
È diventato il primo partito nel giro di 5 anni, in Abruzzo non esisteva, oggi ha il 27,63 %.
Fratelli d’Italia ha raddoppiato i suoi voti.
Per la prima volta nella nostra Regione governerà un uomo chiaramente di destra, il volto storico centrista e moderato dell’Abruzzo è stato archiviato.
È saltato così il “patto dell’arrosticino”, quello che voleva lanciare Berlusconi a partire dall’Abruzzo per incrinare il rapporto tra Salvini e Di Maio.
Ma Salvini gli ha risposto.
Il Governo non si tocca, nessun patto.
D’altro canto perché cambiare se il M5S è una garanzia per il rafforzamento di Salvini ?
L’Abruzzo gli ha dato ragione e si è radicalizzato a destra. Basta con la moderazione. Prima scossa.
Il Movimento 5 stelle che viaggiava qui con il 40 % alle scorse politiche, con una candidata sostenuta da tutto il gota nazionale è tracollato.
Ha fornito a Salvini il 50% dei loro voti.
Perde rovinosamente in un contesto altamente favorevole. Segno della volatilità di quell’elettorato, che rifiuta di essere Partito, rimane “movimento”, e si muove.
Nonostante i diktat, le espulsioni e tutto l’armamentario di un Partito dispotico. Hanno preso il peggio dei Partiti centralistici.
La Marcozzi ha dichiarato che ha perso la democrazia. Una frase tutta da ridere. Seconda scossa.
Il PD continua a perdere, continua il suo dissanguamento, non è più il Partito che trascina , anzi indebolisce.
In alcune realtà importanti non riesce neanche a superare i decimali. Un declino costante .
Il segno è negativo in tutte le province, città , paesi. Il calo è uniforme.
Tanto che si supera il 10 % di un solo punto e mezzo. Mai dato fu così rovinoso e asfittico. Terza scossa.
Legnini con la sua proposta politica ha tentato di arginare tutto questo. E ci è riuscito. Con il 31 % ha compiuto quasi un miracolo, si è più che raddoppiato il voto del centrosinistra.
Non era scontato, nessuno pensava di raggiungere questo risultato fino a due mesi fa’. Si partiva ampiamente terzi , in questo sistema tripolare, con un PD inviso e odiato.
L’aver lavorato per un ampio coinvolgimento di forze ha pagato. La lista del Presidente ha raccolto consensi, così il civismo, la stessa lista dei progressisti, hanno contribuito a questo risultato.
Non è stato certo sufficiente a fermare il vento nazionale che spira da Nord, ma ha sicuramente impedito la scomparsa politica di uno schieramento e seminato un campo per il futuro.
Nel terremoto è intervenuta la protezione civile.
Ma la protezione civile può dare risultati se si traggono da questo voto insegnamenti. Rimuovere i problemi non servirà a nulla.
Siamo in emergenza, il Paese è in emergenza. Sociale, economica, civile e democratica.
Salvini e la destra non si fermano con le solite formule. Ci vuole una svolta seria.
La svolta sta nella capacità di chiamare a raccolta tutte le forze democratiche, di sinistra variamente connotate, intorno a un progetto di cambiamento. Innanzitutto sui contenuti.
Nuova Europa, riforma dei trattati, Lavoro stabile a partire dal Sud, salari dignitosi, Riforma fiscale basata sulla progressività, Scuola e Sanità come diritti universali, Patto con i movimenti Giovanili contro i cambiamenti climatici.
Su questo porte aperte a tutti. Con questi contenuti bisogna proporre Gruppi dirigenti credibili, autorevoli, volti nuovi, candidature popolari, rappresentanze vere .
La destra va battuta. Primo imperativo categorico.
Vanno battuti i disegni di secessione delle regioni del Nord da quelle del sud, già sul tavolo del Consiglio dei Ministri, come prima emergenza, una scelta scellerata che spezzerà il Paese in due, tra ricchi e poveri, mentre parliamo di Sanremo , le carte sono già pronte.
Una decisione gravissima che peggiorerà le condizioni di vita di milioni di italiani.
Che arrivi la protezione civile, ma facciamolo subito, prima che le macerie ci soffochino definitivamente .
Non è più il tempo di schermaglie, neanche della resistenza.
È il tempo della battaglia, della ricostruzione.
Progressisti di tutto il mondo unitevi.”
di Pina Fasciani