Luciano Odorisio, Politica

”Zingaretti, la famiglia Renzi e…”

Zingaretti, la famiglia Renzi, la sinistra e la bufala del garantismo

“Non ho mai creduto nella mia vita alla teoria del complotto della ma- gistratura e non cambio opinione. Così, però, come sono sempre stato garantista”.

Io mi domando, ma Zingaretti il voto degli onesti che sono scappati nel M5S lo vuole oppure no? 

Perché mi pare che ammettere la propria disonestà (per me, ovvero uomo di sinistra che ha votato M5S, garantista è uguale a disonesto) non sia un bel modo per convincerli.

Chi non fa parte del potere giudiziario ha un potere, e un diritto, di condannare infinitamente più grande perché non infligge pene, ma è un uomo libero.”

G.C.

GENTILE LETTORE, nelle sue ultime tre righe lei coglie la sostanza della questione. 

E cioè che il garantismo è la più grande bufala germinata dalla Seconda Repubblica berlusconiana e che ha segnato, in peggio, la mutazione genetica della sinistra, iniziata ben prima dell’avvento di Matteo Renzi. 

Sia chiaro: non mi riferisco al sistema di garanzie a difesa dell’inquisito. Ma al fatto che il dogma garantista nei Palazzi del potere azzera l’autonomia della politica (e anche di certi quotidiani e giornalisti, diciamolo pure) a giudicare un fatto. 

Lei ha ragione: perché Zingaretti non dovrebbe commentare il viluppo di vicende che hanno riguardato la famiglia Renzi mentre il figliolo Matteo era in politica, dapprima a Firenze indi a Roma? 

Un conto sono i reati, un altro gli episodi svelati da un’inchiesta e spesso le due cose non coincidono. 

Da ministri, Lupi e Guidi non si sono forse dimessi per l’imbarazzo creato da regali ed epiteti venuti fuori dalle indagini, senza essere indagati? 

Questo è il nodo. 

Per rimanere in vita e dare un tono ai corifei trasversali anti-pm, il garantismo si è inventato un gemello nemico: il giustizialismo. 

E così tutti quelli che raccontano e commentano inchieste, sia politici sia giornalisti, diventano tout court giustizialisti o manettari. 

Il fatidico corto circuito tra politica e giustizia sta tutto in questa ipocrita, se non farisea, divisione tra garantisti e giustizialisti che serve a giustificare la solfa dell’uso strumentale o politico della giustizia. 

Non solo. Lei cita il caso di Zingaretti e della famiglia Renzi ma in questi giorni c’è stata la condanna definitiva di Roberto Formigoni per corruzione. 

Si badi bene: definitiva. E anche questa volta è partito il piagnisteo garantista, pur di fronte a una sentenza della Corte di Cassazione. 

Ma questo svela il vero volto dei garantisti: il loro innocentismo a prescindere.”

Fabrizio D’Esposito per Il FQ, 27-02-19

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