Luciano Odorisio, Politica

Scanzi:”Zinga, anche lui s’impiccia con i congiuntivi e non hai mai lavorato?”

Stralcio di un articolo di Andrea Scanzi per IlFQ, 12-3-19

“(…)

…“L’ineffabile Zinga” è stato scelto per salvare il mondo, e dunque è per forza di cose un supereroe. 

Già qui risiede il cortocircuito che lo caratterizza intimamente: gli chiedono di spezzare le reni nondimeno che a Salvini, ma il nuovo segretario del Pd ha piuttosto le fattezze di un salumaio. 

Te lo immagini proprio, dietro il banco, col cappellino del Vitiano e le unghie un po’ sporche di migliaccio. 

Saresti portato a chiedergli al massimo tre etti di finocchiona, va da sé tagliata a mano, e invece da lui esigono l’impossibile. 

Come fosse un Che Guevara sotto mentite spoglie, in grado financo di ridestare un partito catatonico come Nicoletta Braschi ne La tigre e la neve. 

Oltre a ciò, c’è il paradosso di un uomo oltremodo d’apparato e “nuovo” come il disco di Ligabue (quindi vecchissimo), che assurge però a Salvatore a causa delle devastazioni inferte dai presunti “rottamatori”. 

Da Renzi – a cui l’ineffabile Zinga ha concesso troppo – fino alle varie Picierno, che vanno pietosamente in tivù a dire che le analisi costi/benefici vanno fatte dopo che le opere sono state costruite: povero Basaglia, quanti sforzi per nulla.

L’ineffabile Zinga vive e lotta per noi, ma forse lo stanno appena appena sopravvalutando. 

È stato l’unico del Pd a vincere quando tutti gli altri han perso, sì, ma è accaduto perché nel Lazio la candidatura del sindaco di Amatrice ha spaccato il centrodestra. 

C’è insomma il rischio che l’ineffabile Zinga abbia come qualità migliore l’esser più dotato di nessuno (cioè di Martina e Giachetti) e meno insopportabile di Renzi: così è troppo facile, ci riuscirebbe perfino la Meli (no, la Meli no). 

Già, ma chi si cela dietro l’ineffabile Zinga? 

Chi è veramente? Non è laureato. 

Detesta ormai i 5 Stelle come un Marattin con alopecia meglio vissuta. 

Fa politica dai tempi di Badoglio e non ha praticamente lavorato mai (non chiamandosi Di Maio, la cosa fa però meno notizia). 

Odia i congiuntivi come Filini (non chiamandosi Di Maio, la cosa fa però meno notizia). 

La Sanità, in quel Lazio che continua a governare nei ritagli di tempo (Lui tutto può), non sta messa benissimo. 

Niente piano rifiuti. 

Archiviazione per un’indagine legata a Mafia Capitale. 

Il suo primo atto, come segretario Pd, è stato gridare “O Tav o muerte”: se il buongiorno si vede dal mattino, grandinerà con virulenza. 

E le Europee? 

L’ineffabile Zinga, che è poi un Prodi(no) forse fuori tempo massimo, ha le idee chiare: tutti insieme contro il Salvimaio. Wow, che botta di genio e novità. 

“Le alleanze inclusive 2.0” (cit.). 

Il Pd, magari senza simbolo (così qualcuno non si accorge di votarlo). 

La Bonino, con i suoi sette voti in dotazione (Tabacci compreso). I Verdi, che a dispetto delle apparenze esistono ancora. 

Pizzarotti. 

E magari Calenda, che tra un cigno scofanato e un Tfr respinto vuole unirsi al coro dei “Santi Democratici” anche se sui migranti ha idee a metà tra Minniti e Salvini (però più di destra). 

È tutto bellissimo: vinci per noi, ineffabile Zinga!”

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