Tutti a fare gli umarell della manovra, attaccati alla grata del cantiere del Def, a ascoltare le urla tra architetti, geometri e commissione edilizia.
C’è chi fa il tifo perché l’impresa edile fallisca: ma ci rimetteremmo tutti.
C’è chi tifa perché si arrivi subito al tetto, e chissenefrega dei controlli: ma rischierebbe di crollarci tutto addosso.
La verità è che solo col tifo, pro o contro, non si va lontano.
M5s e Lega hanno vinto le elezioni su reddito di cittadinanza e abolizione della Fornero, e attorno a questi due impegni hanno messo insieme il contratto di governo.
Giusto, coerente e conseguente che cerchino di attuarli da subito (e comprensibile che lo facciano prima delle elezioni europee).
Ma l’equilibrio dei conti non è una fisima dei ragionieri, come qualunque capofamiglia sa. In tanti hanno espresso opinioni non venate di ostilità pregiudiziale ma critiche o perplesse sugli effetti sociali e economici di una manovra che permette a tanti lavoratori di andare in pensione, ma non garantisce a altrettanti giovani di sostituirli, e comunque mai con garanzie previdenziali e economiche comparabili, proprio mentre viene istituito il limbo del reddito di cittadinanza.
C’è ancora tempo per discuterne, per migliorarla, per non fare delle torri Reddito e Pensioni due costruzioni isolate, ma di progettare attorno a loro un quartiere vivibile per tutti?”
Ed ora una bottarella a Di Maio “ci sta“, anche se Di Maio, in maniera sgangherata e inappropriata ha sollevato un problema che esiste: un cannoneggiamento contro questo governo mai visto prima.
La maggioranza dei mass media contro, talk-show schieratissimi contro, raccogliendo da terra anche il “colore dei calzini” o uno “starnuto” fuori posto…e non ha tutti i torti Di Maio a lamentarsi, ma…
…la stampa deve restare sempre libera comunque!
“Le parole di ieri di Di Maio sull’informazione sono un’offesa ribalda e ingiustificabile.
Ed è gravissimo che a pronunciarle sia stato il leader della principale forza parlamentare italiana, vicepremier e ministro del lavoro e dello sviluppo economico.
So già che qua sotto arriveranno anche i soliti commenti sgangherati di soggetti che sono soliti auspicare la morte delle persone, figuriamoci dei giornali.
Ma esiste una cosa che si chiama rispetto per chi lavora, e allarma che a irriderla sia chi il lavoro dovrebbe tutelarlo”