di Daniela Ranieri per Il FQ, 14-11-19
Quante volte ci siamo chiesti perché esistono le zanzare? E in una scala più grande: perché esiste il dolore? La conclusione è che tutto è necessario, parte di un equilibrio cosmico.
Le zanzare sono indispensabili alla catena alimentare, il dolore all’evoluzione, etc.
Ecco, Italia Viva invece è semplicemente inutile.
Forse per questo, per la sua indifferenza (ricambiata) alla realtà, il suo leader parla incessantemente di tutto e fornisce soluzioni proporzionate alla sua logorrea.
Ieri, per dire, ha rilasciato a La Stampala sua periodica intervista-format, quella che i giornali pubblicano a turno da tre anni, da quando cioè Renzi si è ritirato dalla politica. Stavolta ha pronto un piano choc per l’economia.
“ABBIAMO LAVORATO duro e abbiamo predisposto un piano più ambizioso di quello tedesco: 120 miliardi nel prossimo triennio”. Se un tempo Renzi parlava a nome dei giovani, dei toscani e dei rottamatori di tutto il mondo, oggi non è chiaro quale sia il soggetto dei suoi enunciati. “Abbiamo”chi? Lui con Boschi, Catello Vitiello (massone eletto col M5S), Carfagna e Polverini, tutti imbarcati o imbarcandi in Italia Viva?
E chi ha approntato il piano choc, qualche new entry dagli anni al governo? Lele Mora alla Leopolda? Comunque, i settori sono molteplici: “Edilizia scolastica, energia, treni, strade, porti, aeroporti, piano casa, periferie: sblocchiamo tutto”.
L’uomo dello Sblocca Italia, del Ponte sullo Stretto, dei mille asili in mille giorni, della Salerno-Reggio Calabria inaugurata e mai conclusa stavolta fa sul serio: perché non dargli una possibilità?
La ricetta è quella della “corsia preferenziale”: “Semplifichiamo le regole in via straordinaria, con il controllo dell’Anac come abbiamo fatto per l’Expo a Milano. Questo serve all’Italia, non la tassa sulle auto aziendali”.
Mica come certi matti che volevano fare cassa vendendo le autoblu su eBay. A Milano nel 2016 ci furono 11 arresti: società legate a cosche mafiose avrebbero ottenuto lavori da 20 milioni per la costruzione di alcuni padiglioni di Expo. Ilda Boccassini, capo del dipartimento Antimafia, parlò di “un fiume di soldi in nero dalla Lombardia diretto in Sicilia”.
Indi Renzi fa il numero della vittima che l’ha reso celebre: “Nei primi giorni siamo stati accusati di non aver rimesso l’immunità (a ArcelorMittal, ndr) al Senato. Poi di volerla rimettere. Qualsiasi cosa facciamo c’è chi si diverte ad attaccare Italia Viva. Evidentemente hanno paura di noi”.
Come no, col 4% a cui è dato il suo partito c’è poco da scherzare.
Il motivo per cui Renzi viene accusato di doppiezza sulla questione dello scudo penale all’ex Ilva è questo: il decreto legge n. 1 del 2015 (governo Renzi) escludeva “la responsabilità penale e amministrativa del commissario straordinario” per il risanamento ambientale.
Il 4 novembre scorso Renzi dice: “Lo scudo penale è stato cancellato dall’esecutivo Lega-Cinque Stelle. Quello dell’immunità è un alibi che va tolto dal tavolo subito”, e ha fatto presentare emendamenti per ripristinarlo. Fatalità, è lo stesso Renzi che il 23 ottobre ha votato il decreto Salva Imprese, voluto da Lega-M5S e convertito in legge il 31 ottobre, che abolisce lo scudo penale che aveva messo lui.
INFINE, DICHIARA guerra al Pd: “Noi (sempre lui, Vitiello etc, ndr) abbiamo un obiettivo…fare ai dem ciò che Macron ha fatto ai socialisti. Assorbirne il consenso per allargare al centro e alla destra moderata”.
Al che viene in mente che in giro c’è ancora qualche replicante convinto che Renzi sia di sinistra che andrebbe avvisato (ma forse non sono stati riprogrammati volutamente: l’errore li fa sembrare umani).
Renzi sa che il segreto del varietà è la replica.
Per carità: a noi che abbiamo molto tempo libero e un gusto speciale per le curiosités piace starlo a sentire.
Immaginiamo che per un operaio o un cittadino di Taranto le sue chiacchiere inutili siano meno spassose.