Luciano Odorisio, Politica

Ragazzi, tutti a cena da Calenda martedì…ognuno porta una cosa

At Work i migliori cervelli del PD:

Antonello Giacomelli, cresciuto nello staff di Veltroni fino a giganteggiare in quello di Renzi.

Scrive lui, non noi:

«Orfini, alla vigilia della manifestazione del 30, propone di sciogliere il Pd, partito di cui è presidente; Calenda organizza una cenetta con Renzi, Minniti e Gentiloni per superare il Pd e creare il Fronte Repubblicano da Berlusconi a Fratoianni. Sofisticate strategie di moderna comunicazione per incoraggiare i militanti…».

Un altro dei massimi (fu?) consiglieri dell’ ex segretario Renzi, Giuliano Da Empoli, aveva cinguettato su Twitter che «la Storia non sarà clemente con i quattro leader del Pd, Renzi, Gentiloni, Calenda, Minniti che condividono la stessa linea politica se per ragioni egoistiche non riusciranno a sedersi intorno a un tavolo per impedire la deriva del Pd verso l’ irrilevanza e la sottomissione al M5S».

Così al neoiscritto Calenda non pareva vero cavarsela da anfitrione per entrare finalmente in cabina di regia. Condivisione piena e cinguettio di rilancio. «È un invito formale: vediamoci. Martedì da me a cena». 

Lo scopo: sedersi intorno a un tavolo e discutere del futuro del Pd.

«Figurati se si rifiuta questo invito. Se si fa e c’è questo invito non è una cosa a cui si può rinunciare. Detto questo, se qualcuno pensa che i problemi del Pd si risolvono perché alcune persone si vedono a cena, forse non ha esattamente chiaro cosa sia il Partito Democratico», è la risposta arrivata dall’ex premier Paolo Gentiloni ospite della festa dell’Unità di Modena.

«Il Pd ha bisogno con urgenza di una cosa che comincia per “c” e che non è cena, e si chiama grossomodo Congresso».

APPLAUSI!

«Ma come ho sentito dire – ha aggiunto – con questa situazione, con Salvini, vi mettete a fare un congresso e magari litigate? Ma abbiamo bisogno di un congresso, secondo voi, per litigare? Non credo. Noi il problema, purtroppo, di discutere, tra virgolette, ce l’abbiamo a prescindere dal congresso. Il congresso ci serve per avere una leadership salda, decidere una linea e cambiare strada». «Io agli inviti rispondo – continua l’ex premier – ma qui abbiamo bisogno di una cosa un po’ più impegnativa di una cena tra quattro cinque sei persone…».

Chi invece non è stato neanche preso in considerazione è l’attuale  segretario del partito, Maurizio Martina che tuttavia oggi ha assicurato che «il congresso si farà» e che a gennaio ci saranno le primarie.

CAMPA CAVALLO

 

 

 

 

 

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