Luciano Odorisio, Politica

Per i giornaloni vietato scrivere Benetton, solo “gestori”

Per Corriere Repubblica Messaggero e Stampa non viene mai citato il nome di Benetton parlando della tragedia che ha colpito Genova.

Si parla solo genericamente di gestori.

” SCUSATE, MA C’E’ UNA LEGGE IN ITALIA CHE VIETA DI SCRIVERE “BENETTON”?”

Si chiede Dagospia, giustamente.

Sapeva tenersi buoni i partiti? Tutti? Senza distinzione di colori? Sembra proprio di sì!

E ancora giustamente già poche ore dopo la tragedia del porto di Genova, da parte del governo è partita l’offensiva contro i concessionari di Autostrade per l’Italia, accusati di non essere intervenuti per tempo con i lavori di manutenzione.

Luigi Di Maio e Matteo Salvini, dopo il ministro Danilo Toninelli, hanno ipotizzato il ritiro della concessione per il gruppo dei Benetton.

A poco vale il richiamo di Enrico Mentana che accorre in soccorso degli United Colors, invitando alla calma, non si capisce perchè:

«In uno stato di diritto di fronte a una sciagura si accertano le cause, si verificano le responsabilità civili e penali, si agisce in giustizia e poi si prendono le decisioni conseguenti. Il premier Conte è uomo di legge, spero che riaffermi la grammatica della democrazia»

Ma la gente, il popolo, non sta più a guardare.

Prendono carta e penna, si fa per dire, e chiedono, si pongono domande e le pongono a Dagospia, ormai l’unico vero notiziario italiano.

“Caro Dago, hai notato che “Repubblica” nell’edizione di oggi, 15 agosto, riesce nel miracolo di dedicare 14 pagine alla tragedia del ponte Morandi senza scrivere mai le parola “Benetton”, né la parola “Atlantia”? Un capolavoro da studiare nelle scuole di giornalismo.”

“Caro Dago,

nel servizio sul TG1 sera, in merito alla (non) manutenzione sulle nostre strade – a seguito della tragedia di Genova – si è parlato tanto delle mancanze di Anas (con tanto di grafici) e praticamente nulla in merito alle gravi mancanze dei concessionari privati (in questo caso Benetton). Un caso?”

ECC.

E insistono:

” I giornalisti della BBC stranamente sono gli unici a indicare I DISPERSI che potrebbero essere da 4 a 12. Nessun giornale italiano tocca questo punto, il che vuol dire che i morti potrebbero essere più di 50, oltre a parecchi feriti molto gravi”

Fortunatamente il governo interviene subito e con forza: vuole la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. I due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli sono compatti nell’accusare la società dei Benetton della mancata manutenzione che ha provocato la tragedia.

Loro fanno nome e cognome, anzi solo un nome BENETTON!

Utili alle stelle, manutenzioni in calo!

I rappresentanti dell’esecutivo annunciano l’avvio dell’iter per togliere l’affidamento di gestione alla società.

“E’ possibile”, ha detto Di Maio in un’intervista a Radio Radicale.

“In caso di inadempienze, ritirare la concessione e far pagare multe fino a 150 milioni di euro.

Toninelli ha avviato le procedure:

“Può gestire lo Stato. Ad Autostrade paghiamo i pedaggi più alti d’Europa e loro pagano tasse bassissime perché sono posseduti da una finanziaria Benetton in Lussemburgo”.

Ma perchè i giornaloni parlano genericamente di “gestori”?

UTILI ALLE STELLE, MANUTENZIONI IN CALO!!!

“C’è un dato tanto chiaro quanto significativo nel bilancio di Autostrade per l’Italia, la società che ha in concessione 3mila chilometri autostradali, tra i quali c’è il ponte crollato ieri a Genova: nel 2017 su 3,9 miliardi di ricaviil margine lordo è stato di 2,4 miliardi. Una redditività di oltre il 50 per cento, una specie di albero della cuccagna per qualsiasi società industriale o di servizi. Ma se i profitti dei Benetton, la famiglia che controlla, attraverso AtlantiaAutostrade per l’Italia, sono favolosi, non lo è altrettanto la situazione delle strade da cui si ricavano i ricchi pedaggi.” scrive Dario Ballotta per Il Fatto Quotidiano.

E a chi non riesce a evitare di fare campagna elettorale sulla tragedia, riportando una sua vecchia contestazione alla Gronda, dando addirittuta la colpa del crollo a lui, Grillo risponde:

«Agli sciacalli che già volteggiavano nel cielo delle parole. Parole nauseanti, al 90% inituli, non resta che un VAFFANCULO a mille decibel!!!»

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