“Mi ha colpito molto il ritmo incalzante con cui inizia questa storia e il suo proseguire quasi affannoso come se si trattasse di perdere qualche particolare dei ricordi che si intrecciano , si affollano, si affastellano, per poi assumere una dimensione più pacata, ordinata e reale.
Il Maestro Odorisio teme di non poter raccontare parte della sua vita intensa, in breve, senza perderne il senso e il costrutto. L’ambiente del Cinema di quegli anni è descritto con mano sapiente.
Senza voli pindarici, senza fantasie strabilianti, ma con una sincerità disarmante che rende simpatico l’autore e tangibile una realtà vissuta in tutta la sua pienezza. La musica accompagna sempre i suoi scritti, forse per una specie di DNA , ereditato dal padre musicista.
Più che al classico si rifà alle canzoni del tempo che hanno accompagnato momenti indimenticabili anche nella nostra giovinezza risvegliando ricordi quasi sempre piacevoli.
Tra queste storie ci si muove con naturalezza, quasi le avessimo vissuta anche noi lettori.
Ci si sente un po’ chietini con la famosa”salita del gas” che è diventata familiare ,per poi ritrovarsi a Roma in situazioni paradossali tra gente un po’ inventata e personaggi del calibro dei Fratelli Taviani.
C’è un grande ardore nell’animo del Maestro , questo fuoco che non si è mai spento,, questo voler mordere i piaceri della vita , e poi dimenticare le delusioni, le insidie, le incertezze,, che vengono poi superate con grande ironia e passione. Si sorride e ci si commuove e si apprezza la grande curiosità e la profonda sensibilità dell’uomo Odorisio.
E alla fine arriva inaspettata e paradossale la ciliegina sulla torta ( la combinazione è uramente casuale!) paradosale e inaspettata , la nota alla Mickey Spillane e il genere Hard boiled americano.Un libro che si legge in una notte! Quando il caldo non ti fa dormire. Quando si vuole sognare ad occhi aperti!.”
Giuli Foni