di Pina Fasciani
Caro Giovanni,
ti sei candidato , hai fatto il grande passo. Dopo il tuo alto impegno al CSM hai accettato di candidarti per rappresentare una larga compagine democratica , progressista, socialista in Abruzzo.
Sei espressione di un impegno costante e di alto profilo.
Ti rivolgi all’Abruzzo del lavoro, dell’imprenditoria sana, piccola e grande, al mondo delle professioni e della competenza, ai giovani che sperano nel futuro, alle buone amministrazioni per risolvere i problemi dei cittadini a partire dai servizi, al mondo del volontariato e della solidarietà.
La tua proposta politica è quella di ripartire dalle grandi risorse della nostra terra, valorizzando le eccellenze e potenziandone le risorse .
Chiami a raccolta persone serie, responsabili capaci di ricomporre un sentimento di collaborazione sulle idee e sul governo della cosa pubblica modellato sui bisogni della collettività.
Apri le porte ai movimenti civici, ai partiti, ai soggetti che a vario titolo si impegnano sul fronte partecipato e democratico incardinato nei principi della Costituzione Italiana.
Questa è la tua discriminante essenziale, unica, per ricostruire un Paese aperto, accogliente, rispettoso, pacifico, fiducioso.
Una proposta inclusiva che vuole spostare la politica su un piano alto negli obiettivi e popolare nella ispirazione di fondo. Vuoi capacità di governo costruito su un humus popolare che restituisca all’Abruzzo dignità e speranza .
Ti seguo con attenzione consapevole che la sfida sarà durissima.
Non è un bel vento quello che tira in Abruzzo. Dieci anni di crisi economica ne hanno sfiancato le speranze, il fare operoso, la tenacia.
Le ridotte risorse pubbliche ne hanno indebolito la capacità di intervento. Le risposte ai crescenti bisogni di servizi, sanità , scuola, trasporti, ecc sono rimaste per lo più inevase.
A questo si aggiungano i gravissimi temi della ricostruzione post terremoto, con il suo carico di morti e sconvolgimenti territoriali, a cui si sono aggiunte tragedie dolorose e ferite aperte come quella di Rigopiano.
Dopo dieci anni di tutto questo l’Abruzzo è cambiato, ha un nuovo volto. Un volto segnato dal dolore, dalla rabbia, dalla rassegnazione.
Ma noi non possiamo rassegnarci a un destino di declino, noi che crediamo ancora che ci sia una possibilità, che non è quella di consegnare questa regione a chi fa della rabbia uno strumento per dividere, a chi specula sulle tragedie.
Per fare questo dobbiamo aprire le porte alla verità. Verità sulle responsabilità, sulle inefficienze, le arroganza, le presunzioni.
Su un modo di intendere la politica fuori da una umile, responsabile, generosa idea di offrire un servizio a chi ci investe di un compito, senza pretese autoreferenziali.
Governare non è facile, in particolare in un periodo di crisi e con il carico addosso di un passato pesante.
Lo stanno capendo a livello nazionale i 5 Stelle, che tornano indietro sulle facili promesse fatte, trivelle, Tav, salvabanche, ecc. mettendo in questione la loro credibilità.
Il loro calo di consensi nei sondaggi ne sono un segnale, come è un segnale il fatto che Sara Marcozzi si candida anche in lista 5S, oltre che come Governatrice, per non rischiare di rimanere fuori dal Consiglio Regionale.
Un espediente che la dice lunga su un movimento che in Abruzzo ha espresso percentuali bulgare e che ora mostra debolezze evidenti anche sulle proposte .
Lo stanno capendo nel centrodestra, che annaspa in diatribe interne , con forza Italia diventata ancella di una Lega ancorata alla sola figura di Salvini e null’altro , che mal digerisce un candidato Governatore, tal Marsilio catapultato da Roma e figlio della spartizione con Giorgia Meloni.
Altro che abruzzese!
Una compagine che comunque può ricompattarsi e ritrovarsi intorno a un patto di potere. I bisogni dell’Abruzzo sono un dettaglio.
Un quadro come vedi e come sai difficile da interpretare.
Le forze di sinistra sono in piena crisi dopo una esperienza di governo regionale sofferta e controversa. Una pagina andrebbe chiusa con una analisi seria sugli errori e sulle responsabilità.
Ma ciò non spetta a te, spetterebbe ai protagonisti di quella stagione farla e alla storia.
E se è vero che in Abruzzo il calo dei consensi è stato più marcato di quello nazionale, nelle passate elezioni politiche, qualcosa evidentemente non ha funzionato.
Gli errori si pagano.
Mi auguro caro Giovanni che per l’Abruzzo , con il tuo impegno e la tua serietà, che ho sempre apprezzato, tu possa ricostruire un tessuto , una rete, che restituisca una nuova storia alla nostra terra.
Una storia scritta sui volti degli abruzzesi , un popolo di grandi lavoratori, tenaci e generosi.
Lavora e ama il tuo popolo Giovanni perché da esso puoi solo trovare la linfa vitale per andare avanti.
Io sarò con te convintamente.
Un abbraccio.”
Pina Fasciani