“L’Abruzzo nell’occhio del ciclone.
Sono giorni che l’Abruzzo arriva ai tg nazionali per una serie di notizie.
Le vicende dell’inquinamento delle falde acquifere da parte di Montedison e del Laboratorio Gran Sasso. Inquinamenti che coinvolgerebbero la popolazione di quasi tutta la regione.
Poi lo stato delle infrastrutture autostradali A24 e A25 che risulterebbero a rischio per mancata manutenzione.
Due temi che hanno alzato lo stato di apprensione di una regione intera. Regione già assurta agli onori della cronaca per i terremoti devastanti, i morti che ancora si piangono .
L’Abruzzo è una terra bellissima, basta pensare che nei giorni sereni, mentre si scia si vede il mare; basta pensare che è la regione dei Parchi; basta pensare che è ricchissima di acque. Doti naturali straordinarie se curate e preservate.
Ma, proprio per questo, è anche una regione fragile.
Le sue alte montagne( Gran Sasso e Maiella ) si confondono con le colline e poi con il mare. Il rischio idrogeologico, frane e smottamenti sono sempre presenti, così come l’erosione della costa, così come il rischio incendi.
L’alto livello sismico fa il resto.
Poi c’è la mano dell’uomo che ha consumato suolo, cementificato fiumi, deviati in alcuni casi, inquinato aria e acqua. L’abbandono delle zone interne ha di fatto impoverito la manutenzione dei boschi contribuendo alla fragilità franosa .
Una regione ad alto rischio quindi che dovrebbe mettere un punto sul suo modello di sviluppo.
Un nuovo modello va pensato al cui centro ci sia la sicurezza ambientale e territoriale per tutti i cittadini. Uno sviluppo ecosostenibile che bonifichi , corregga e prevenga i disastri. Questa è la sicurezza che si attende, altro che gli immigrati.
Si avvicinano le elezioni regionali sarà interessante ascoltare le proposte di chi si candida a governarla.
Le priorità non possono essere più avulse da questo contesto. Basta contare i morti.”
Pina Fasciani