Luciano Odorisio, Politica

La sfida a Salvini: la nave Alex attracca a Lampedusa con 41 naufraghi

La nave Alex attracca a Lampedusa con 41 naufraghi. Altra sfida ai “porti chiusi”, Salvini: «Forze dell’ordine pronte a intervenire»

da Open.OnLine di Enrico Mentana

La nave ha deciso di forzare il blocco imposto dal Viminale. La Germania si è resa disponibile ad accogliere parte dei migrantiLa Alex & Co. è arrivata al molo del porto di Lampedusa e stanno per cominciare le operazioni di sbarco dei 41 naufraghi ancora a bordo della barca a vela della ong Mediterranea Saving Humans. Dopo la Sea Watch3, anche la nave Alex della ong Mediterannea ha deciso di forzare il blocco del porto di Lampedusa imposto dal governo italiano, portandosi a poche miglia dal molo dell’isola.

«Di fronte a intollerabile situazione igienico-sanitaria a bordo #ALEX ha dichiarato lo “stato di necessità” e sta dirigendo verso il porto di Lampedusa unico possibile porto sicuro di sbarco». A darne annuncio è la ong Medirerranea Saving Humans dal proprio account Twitter.

L’escalation

«La nave dei centri sociali, che a quest’ora sarebbe già arrivata a Malta che aveva dato la disponibilità di un porto sicuro, infrange la legge – tuona il ministro dell’Interno Matteo Salvini – ignora i divieti ed entra in acque italiane. Le Forze dell’Ordine sono pronte ad intervenire, vediamo se anche in questo caso la ‘giustizia’ tollererà l’illegalità: in un Paese normale arresti e sequestro della nave sarebbero immediati. Questi non sono ‘salvatori’, questi sono complici dei trafficanti di esseri umani».

Ieri, riferisce il Viminale, sono stati consegnati più di 400 litri di acqua potabile alla barca a vela Alex e altrettanti sono stati successivamente rifiutati. «Attraverso il proprio ufficio stampa, Alex ha fatto sapere che le bottiglie d’acqua erano troppo ingombranti e a causa delle condizioni igienico-sanitarie ha deciso di infrangere il divieto di accesso nelle acque italiane». «Pur di infrangere la legge, i centri sociali mettono a rischio la vita degli immigrati a bordo», dice Matteo Salvini.

La notte

Dopo una notte di attese e trattative con i centri di coordinamento dei soccorsi maltesi e italiani, la nave dell’Ong ha deciso di forzare il blocco e di fare rotta verso il porto siciliano, malgrado il «no» del Viminale. «È inaccettabile – continua l’Ong – essere accomunati ai trafficanti di esseri umani. Un’accusa infamante che respingiamo al mittente. Il senatore Salvini che lo ha fatto stamani pubblicamente ne dovrà rispondere nelle opportune sedi giudiziarie».

Il veliero, secondo quanto riferito dall’equipaggio a bordo, ha terminato i rifornimenti d’acqua e presenta situazioni igienico-sanitarie «insostenibili». «Lo stato di necessità costringe a scelte non facili e di cui ci assumiamo la responsabilità – scrive su Twitter Alessandro Melz, armatore sociale di Mediterranea – a differenza di chi quelle responsabilità non se le assume giocando con la pelle di uomini donne e bambini».

Berlino, intanto, attraverso il ministro dell’Interno Horst Seehofer, ha fatto sapere di essere disposta ad accogliere alcuni migranti che si trovano a bordo delle due navi delle ong: «Sia nel caso della Alan Kurdi, sia nel caso di Alex siamo pronti, nell’ambito di una soluzione solidale europea, a prendere alcune delle persone salvate».

La Ong: «Andare a Malta mette a rischio le persone»

«In queste condizioni andare a Malta mette a rischio sicurezza e incolumità persone. Lampedusa ora è il solo porto sicuro possibile», aveva affermato Mediterranea nelle ore precedenti all’annuncio dello “stato di necessità”.

Il veliero di 18 metri della ong italiana Mediterranea, con 42 persone salvate a bordo più 11 dell’equipaggio, si trova al largo di Lampedusa. Malta si era detta disponibile all’accoglienza dei migranti, in cambio di altre 54 persone che verranno mandate in Italia e del sequestro della nave, secondo un accordo tra il primo ministro maltese Joseph Muscat e Matteo Salvini.

La ong ha chiarito che non ha rifiutato l’ipotesi, ma ha chiesto che il trasbordo venisse fatto grazie all’aiuto di navi della Guardia costiera italiana o maltese. «Quello che abbiamo chiesto sono però delle garanzie per la sicurezza dei naufraghi e per la nostra, tra le quali quella di navigare con a bordo solo con 18 persone equipaggio incluso, perché questo è il numero massimo di portata della nostra barca a vela», scriveva la ong in un comunicato ufficiale su Facebook.

«Abbiamo chiesto inoltre di potere sbarcare le poche persone migranti che avremmo così a bordo al limite delle acque territoriali maltesi – spiegava la ong – questo perché da italiani non vogliamo essere sottoposti al regime di un Paese straniero che in passato ha sequestrato le navi della società civile senza alcuna procedura di trasparenza».

«Questo non significa affatto cercare impunità, perché cerca impunità chi ha commesso dei reati, e non è questo il nostro caso». Poi l’attacco al governo: «Ma forse è questo il problema del governo italiano, non avere sponda per attaccarci. E per questo cerca di ordire trappole altrove, con un assurdo scambio di ostaggi».

Salvini: «Vadano a Malta»

Ma la versione del ministero dell’Interno è un’altra: «Niente Malta. Mediterranea rifiuta l’offerta del governo italiano, ovvero il trasbordo degli immigrati per condurli a La Valletta, a condizione che in porto entri anche l’imbarcazione della ong Alex», fanno sapere fonti del Viminale in serata. «La risposta di Mediterranea, che inizialmente aveva detto di non essere in grado di arrivare in condizioni di sicurezza fino all’isola, prevede la possibilità di fermarsi, trasbordare tutti gli immigrati su altre imbarcazioni messe a disposizione da Roma o La Valletta e invertire la rotta a circa 15 miglia nautiche da Malta (acque internazionali)», dicono dal ministero di Salvini.

«La situazione si è quindi improvvisamente complicata, anche perché il rifiuto a entrare in porto (e quindi ad assoggettarsi ai controlli e alla legge maltese) è considerato dal Viminale una provocazione assurda e una scorciatoia per dribblare le norme di un altro Paese membro dell’Unione europea. Il ministero dell’Interno sottolinea che le cosiddette fragilità a bordo di Alex (come già successo in tutti i casi analoghi) sono state già portate a terra, in Italia». Eppure, proseguono, Mediterranea «pone una serie di condizioni che appaiono finalizzate a sottrarsi a qualsiasi forma di controllo anziché a salvaguardare le persone a bordo. Questa impressione è rafforzata dalla espressa richiesta di essere sottratta a qualsiasi “azione coercitiva” da parte di Malta o Italia, prefigurando una sorta di impunità».

L’evacuazione

Nel pomeriggio del 5 luglio la Guardia costiera italiana ha inviato soccorsi alla nave Alex, l’imbarcazione della Ong Mediterranea Saving Humans che ha salvato ieri 4 luglio 54 migranti a largo della Tunisia. Le autorità italiane hanno caricato 13 delle persone a bordo, perché, si apprende, le condizione di salute dei presenti non rendevano possibile il viaggio fino a Malta.

Ieri era avvenuta la conferma dello scambio con Malta, che aveva confermato l’accoglienza nei propri porti delle persone rimaste sulla Alex. La Valletta aveva comunicato che avrebbe inviato una nave militare al largo di Lampedusa per effettuare il trasbordo. In cambio l’Italia accoglierà 55 migranti provenienti dall’isola. I termini dell’accordo sono stati pubblicati sul sito del Governo maltese. «L’iniziativa – si legge – è volta a promuovere uno spirito europeo di cooperazione e buona volontà tra Malta e l’Italia».

Ma, secondo fonti del Viminale, l’Italia sarebbe pronta a collaborare soltanto a patto che l’imbarcazione si diriga verso il porto de La Valletta, a Malta, per le verifiche di leggi. «Mediterranea dice che l’imbarcazione Alex non può arrivare fino a Malta, anche se è stata in grado di partire da Licata per raggiungere le acque territoriali libiche».

«Siamo in attesa che la situazione si risolva», ha spiegato Alessandro Metz, armatore e portavoce di Mediterranea. «Il salvataggio si conclude con lo sbarco delle persone salvate in un porto sicuro. Che sia Malta o Lampedusa, va bene in egual modo. Ma è necessario ribadire che la situazione della nostra imbarcazione e le condizioni delle persone a bordo non ci consentono di affrontare un viaggio fino a La Valletta. Quindi chiediamo che si muovano le motovedette della Guardia costiera maltese o italiana ed effettuino un trasbordo. Questi mezzi sono attrezzati, mentre la Alex non lo è».

L’accordo, circolato nelle scorse ore, era stato già smentito dalla Ong Mediterranea. La portavoce, Alessandra Sciurba, aveva dichiarato che non c’era «nessuna nave delle forze armate in arrivo da Malta per trasbordare e prendersi in carico le 54 persone che sono a bordo del nostro veliero», spiegando di aver avuto conferma dal Centro di coordinamento dei soccorsi di Roma, «il cui responsabile ha affermato che non c’è alcuna intenzione di organizzare il trasferimento con mezzi militari maltesi o italiani».

Resta da capire quali saranno i tempi dell’intervento maltese. Un aspetto non secondario visto che la situazione a bordo si fa sempre più difficile, soprattutto per i bambini e per le 3 donne incinte. Tramite il loro account Twitter Mediterranea fa sapere che per il momento «niente pare muoversi»

L’accusa di Salvini: «Se non andate a Malta siete dei pirati»

Dopo il “no” di Salvini all’ingresso in acque italiane, Mediterranea aveva detto di essere pronta a far sbarcare i migranti sull’isola, ma che non avrebbe potuto condurli in porto a causa delle condizioni psicofisiche dei naufraghi e dei limiti dell’imbarcazione.

La ong aveva risposto così all’accusa del ministro dell’Interno che l’aveva tacciata di aver rifiutato l’offerta maltese: «Le autorità marittime maltesi hanno dato alla nave dei centri sociali indicazione di dirigersi verso il porto di La Valletta, dove potranno attraccare. Incredibilmente, la Ong si sta rifiutando di andare a Malta, paese europeo sicuro! Se non dirigeranno verso Malta, è chiaro che sarà l’ennesimo atto di disobbedienza, violenza e pirateria».

Prima di indicare Malta come destinazione, Salvini aveva “consigliato” alla ong di dirigersi verso la Tunisia: «Vogliono venire in Italia per rompere le balle a me e a tutti gli italiani – aveva detto – ormai anche se sono in Groenlandia chiedono Lampedusa».

De Falco: «Non si può negare il porto alla nave»

Ancora una volta, l’ex senatore 5stelle e comandante della Guardia costiera Gregorio De Falco si è scagliato contro le posizioni di Salvini. «Ad Alex non può essere impedito di entrare in porto», ha scritto su Twitter. «È una barca che non può offrire protezione alla gente in coperta. In quelle condizioni, sotto un sole cocente, l’integrità fisica è a rischio. #Mediterranea».

Anche Luigi Di Maio è intervenuto in merito a margine del Villaggio Coldiretti a Milano, dando degli «incoscienti questi delle Ong che usano una barca a vela per andare in Libia» e commentando favorevolmente l’ipotesi di un trasferimento a Malta.

Proseguono gli sbarchi fantasma

Mentre andava in scena l’ennesimo braccio di ferro, dopo quello sulla Sea Watch, sulle coste di Lampedusa ne sono sbarcati 69 migranti in meno di 12 ore e nel silenzio più assoluto.

I migranti sono arrivati a bordo di due barchini: il primo, con a bordo 55 migranti, è approdato ieri in tarda serata; l’altro, con 14 persone a bordo tra cui due donne e quattro bambini, è arrivato questa mattina – 5 luglio – all’alba.

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