di Gianluca Roselli per Il FQ, 14-04-20
Salvini e Meloni chiedono, Rai e Vigilanza eseguono. Da un lato, Viale Mazzini, dando più spazio a Lega e FdI nei tg.
Dall’altro, il presidente Alberto Barachini, esortando la tv pubblica a un riequilibrio, che la Rai concede, e convocando una Vigilanza su richiesta dell’opposizione.
Le polemiche a seguito della conferenza stampa di venerdì, in cui il premier ha attaccato Meloni e Salvini sul Mes, ha provocato un corto circuito tra politica, istituzioni e tv pubblica.
Già la sera stessa Meloni e Salvini hanno protestato per quello che hanno definito “un attacco da regime sudamericano ”, “senza contraddittorio”.
Proteste che il leader leghista ha avuto modo di esternare, con una telefonata, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Nel frattempo ci si muoveva anche in Vigilanza.
Sabato, con una lettera al presidente della Vigilanza Alberto Barachini (Forza Italia), i capigruppo del centrodestra Santanchè (FdI), Mulè (Fi) e Tiramani (Lega) hanno chiesto “la convocazione oggi stesso per discutere delle gravi dichiarazioni del premier Conte”. Invito accettato da Barachini, che poi ha convocato la Vigilanza per domani, martedì 14.
Nel frattempo Meloni e Salvini chiedono alla Rai “un riequilibrio”, per dare modo “ai leader dell’opposizione di replicare alle false accuse del presidente del Consiglio”.
Richiesta che, in maniera assai anomala, viene fatta propria anche da Barachini. Il quale scrive ai vertici della tv pubblica per chiedere “che sia garantito, quanto prima, un proporzionato diritto di replica ai leader dell’opposizione citati dal premier”.
COSÌ ecco che sabato a Meloni vengono concessi 3 minuti nel Tg1 delle 13.30 e a Salvini 3 minuti nel Tg1 delle 20. Più svariati minuti nelle diverse edizioni di Tg2 e Tg3.
Un “riequilibrio” che evidentemente soddisfa il centrodestra, come ha ammesso ieri il presidente Marcello Foa all’AdnKronos: “Mi sembra che il caso sia risolto. È normale che, se il premier cita criticamente in tv esponenti politici nell’a m bi t o di una conferenza stampa istituzionale, costoro abbiano poi la possibilità di replicare”.
Intendiamoci: che Meloni e Salvini abbiano reclamato spazio per rispondere alle parole del premier è legittimo. Meno lo è che la richiesta venga fatta propria dalla presidenza della Vigilanza (che dovrebbe essere super partes) con una lettera ai vertici della Rai di cui non vengono informati nemmeno tutti i membri della commissione.
Altra anomalia è che l’ad Fabrizio Salini e il presidente Foa non rendano noto ai membri del Cda Rai, nonostante le loro richieste, il contenuto della missiva. “La sensazione è che vi sia stata una gestione privata della vicenda, con il Cda tenuto all’oscuro.
I consiglieri non sono stati messi in condizione di svolgere la loro funzione di controllo e garanzia”, afferma Rita Borioni, consigliere che, insieme a Riccardo Laganà, ha chiesto all’azienda di pubblicare la lettera di Barachini.
SEMPRE IERI, sulla vicenda è intervenuto anche Palazzo Chigi. Che, con una nota, ha ricordato come la conferenza stampa di Conte “non sia stata trasmessa a reti unificate” e che la decisione di mandare in onda il segnale della presidenza del Consiglio spetta “sempre e solo ai responsabili delle singole testate giornalistiche”.
Inoltre non si poteva evitare di affrontare “il tema del Mes e delle relative fake news veicolate dall’opposizione, visto che poi è stato oggetto delle domande dei giornalisti, a conferma del fatto che si tratta di argomento d’interesse generale”.
Comunicato che in un certo senso tira in ballo le polemiche giornalistiche, compresa quella di Enrico Mentana, che ieri ha puntualizzato: “Il premier ha tutto il diritto di parlare al Paese in questo momento di emergenza e io sono dell’idea che vada sempre ascoltato, ma non per favorire polemiche politiche”, ha detto il direttore del Tg di La7.
Che ha aggiunto: “Il modo con cui Salvini e Meloni sono intervenuti sul Mes è stato anche sguaiato, ma il premier poteva rispondere utilizzando altri strumenti, non quella conferenza stampa. Il mio è stato un modo per dire che a nessun capo del governo può esser data la facoltà di intervenire su tutto, anche attaccando l’opposizione”.
Oggi sulla vicenda andrà in scena la Vigilanza.