Cinema & Teatro

Joaquin Phoenix: “Sento sempre la presenza di mio fratello River”

di Simona Marchetti per “Corriere.it”

Sono stati giorni piuttosto movimentati per Joaquin Phoenix: venerdì scorso è stato infatti arrestato insieme ad altre 147 persone (e immediatamente rilasciato) per aver partecipato ai Fire Drill Fridays, l’iniziativa settimanale di protesta sul cambiamento climatico lanciata dall’attrice Jane Fonda, mentre lunedì è stata ufficializzata la sua nomination all’Oscar per il film Joker.

In mezzo ai due avvenimenti c’è però stata l’intervista fatta domenica con il giornalista Anderson Cooper per la trasmissione «60 Minutes» della Cbs, nella quale il 45enne attore ha parlato – e capita piuttosto di rado – del fratello River, morto 27 anni fa di overdose fuori dal locale Viper Room a Hollywood.

«Sento come se praticamente in ogni film che ho fatto ci fosse una qualche connessione con River – ha detto Phoenix, che nel suo curriculum vanta pellicole come “Il Gladiatore” e “Quando l’amore brucia l’anima” – e penso che tutti noi abbiamo sentito la sua presenza e la sua guida nelle nostre vite in numerosi modi». Non a caso è stato proprio River a spingere implicitamente Joaquin a diventare un attore.

La morte di River, uno choc per tutti

«Un giorno mio fratello è arrivato a casa e mi ha detto tutto eccitato “ecco questo film” – ha continuato Phoenix, spiegando che il film in questione era “Toro scatenato” di Martin Scorsese con Robert De Niro – e penso che questo abbia risvegliato qualcosa in me, perché improvvisamente ho potuto vederlo attraverso i suoi occhi».

La morte di River Phoenix fu uno choc per tutti: all’epoca il talentuoso attore aveva appena 23 anni e sembrava destinato a una lunga e luminosa carriera, ma la sua scomparsa ha cambiato l’intero scenario e inevitabilmente scombussolato anche la vita dei suoi familiari.

«Eravamo così lontani dal mondo dello spettacolo – ha sottolineato ancora Joaquin riferendosi a lui e al resto della famiglia, peraltro presente all’intervista – perché non guardavamo le trasmissioni di intrattenimento né avevamo riviste di quel tipo in casa.

River era un attore davvero notevole ma, di fatto, noi non lo sapevamo nemmeno e la sua morte così pubblica è stata destabilizzante per tutti noi. In quel periodo in cui eravamo così vulnerabili avevamo gli elicotteri che volavano sopra casa e gente che tentava di intrufolarsi nella nostra proprietà e per quanto mi riguarda mi sono sentito come se mi fosse stato impedito di elaborare il lutto».

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