L’Abruzzo un caso nazionale, in peggio.
Con il voto del 4 marzo in Abruzzo abbiamo un governatore eletto senatore.
Per correttezza istituzionale in questi casi ci si dimette subito e si procede per nuove elezioni in regione.
In Abruzzo ciò non accade, il governatore/senatore mantiene le due cariche e l’incompatibilità non viene neanche riconosciuta dal Consiglio Regionale che, ieri, con un solo voto in più ha mantenuto le due cariche al governatore/senatore. È diventato un caso nazionale.
Accade anche che in Abruzzo la maggioranza di centrosinistra che ha governato ha registrato, con il voto del 4 marzo un tracollo superiore a quello nazionale con 5 punti in percentuale in meno, con un PD che perde 70 mila voti, arrivando al 13 % è un M5S che raddoppia i suoi voti e la lega che esordisce per la prima volta .
Insomma un terremoto ancora più disastroso di quello nazionale.
Nel disastro qualcuno, della stessa maggioranza, ha tentato di segnalare il problema, ma niente, è stato ignorato, come sono stati ignorati i problemi che gli abruzzesi hanno e che hanno segnalato con il voto. Trasporti, sanità, aree interne, ricostruzione post terremoto ecc…niente.
Tutto continua come se nulla fosse, tutto è congelato e piegato alla volontà del governatore/senatore .
Sono piegati i suoi sostenitori come sono piegati chi attende le ultime prebende di fine legislatura.
In Abruzzo vige un sistema democratico diverso, qui il renzismo è andato oltre se stesso, oltre il voto degli abruzzesi, qui non ci si dimette, neanche per finta, qui si conserva tutto, anche con il voto di Articolo 1 MdP.
Una bruttissima pagina per il centrosinistra, una pagina orribile per Articolo 1 mdp.
Io non ci sto.
di Pina Fasciani