di Tommaso Rodano per Il FQ, 17-12-19
“Drogato!”.
L’occhietto mefistofelico di Ignazio La Russa si accende durante la discussione al Senato sulla cannabis.
E la voce cavernosa dell’ex missino si leva verso i banchi grillini. “Dro gato!, strilla a un collega ignoto, forse il 5Stelle Alberto Airola, che qualche minuto prima aveva pronunciato un accorato intervento sulla canapa legale.
Accanto a La Russa c’è la sorella d’Italia Daniela Santanchè, la quale un po’ gioca a scandalizzarsi, prova a contenerlo, a placarlo: “Ma dai, Ignazio, dai”. Lui però è inflessibile, punta il dito: quando ci vuole, ci vuole.
I Cinque Stelle rumoreggiano.
Agostino Santillo si rivolge alla presidenza: “Non si può definire drogato un altro collega”.
Dall’alto del suo scranno, la presidente Casellati risponde serafica: “Ognuno esprima le sue opinioni senza trascendere”. Fine.
PIÙ CHE SU TASSE e“marchette”di Stato, il Senato si infiamma sulle canne.
Maria Elisabetta Alberti Casellati ha deciso: l’emendamento alla legge di bilancio sulla cannabis è inammissibile. L’obiettivo del testo, presentato dai 5Stelle Matteo Mantero e Francesco Mollame, era la regolamentazione della canapa “ai fini industriali, commerciali ed energetici”.
S’intende quella legale, con una percentuale di thc inferiore allo 0,5%. Niente da fare, Casellati è categorica, vagamente provocatoria: “Se ritenete questa misura importante per la maggioranza, presentate un disegno di legge”. Fine dei giochi.
Nel frattempo, la destra porta il livello del dibattito alla solita retorica su drogati e spacciatori di morte. Tra i più pimpanti c’è il leghista Simone Pillon, già noto per le posizioni assai progressiste in tema di famiglia.
“Volete vendere la droga ai bambini”, dice il senatore col farfallino ai colleghi della maggioranza. Poi si alza Salvini.
Ha fiutato che sulle canne s’è aperto un palcoscenico. Parla con tono grave: “Ci tengo a ringraziare tecnicamente il Presidente del Senato a nome di tutte le comunità di recupero dalle dipendenze che lavorano in Italia, e delle famiglie italiane per aver evitato la vergogna dello Stato spacciatore di droga previsto in manovra economica”.
I banchi di Lega e FdI si spellano le mani. L’ex ministro insiste: “Se alcuni colleghi mettessero per l’agricoltura vera la passione che ci mettono per le canne, l’Italia sarebbe un Paese più sano”. Salvini abbassa il microfono, ringrazia, saluta: per oggi ha dato.
TUTTA QUESTA e sal ta zio ne sulla cannabis è un po’ sospet – ta e qualcuno lo fa notare. Loredana De Petris, senatrice di LeU, lancia la sfida ai colleghi tarantolati: “Fate le vacanze tutti tranquilli e poi alla ripresa vediamo chi si sottopone al test antidroga e chi no”.
In serata si aggiunge il viceministro grillino Stefano Buffagni, che fa anche i nomi: “Visto che Salvini e Meloni fanno i puritani sfido loro e tutti i parlamentari a fare il test anti-droga, non solo sulla cannabis light”.