Luciano Odorisio, Politica

Atreju “perdona” Salvini: Portaci a votare!

di Gianluca Roselli per Il FQ, 21-9-19

Nonostante i dissapori e le tensioni dei mesi scorsi, quando tra Matteo Salvini e gli alleati di centrodestra era calato un gelo siberiano, ieri per il leader leghista è stato un po’ il giorno del ritorno a casa. 

Col pubblico di Atreju, la festa settembrina di Fratelli d’Italia, è stato un lungo abbraccio.

Con i “Matteo, Matteo ” quasi al pari dei “Giorgia, Giorgia ”. 

Tendone pieno, boati e applausi, e una marea di selfie per il Capitano. “B e ntornatooo! Sei tutti noi! Portaci a votare… ”, si sente dalla folla. Qui Salvini ha gioco facile. I militanti di destra da tempo lo riconoscono come il capo della coalizione e gli hanno affidato lo scettro che una volta era nelle mani di Berlusconi. Che qui non avrebbe la stessa accoglienza. 

Anche perché le recenti tensioni hanno riguardato, e molto, proprio l’ex Cav e Giorgia. “È un’ingrata e un’arrogante”, l’ha bollata il leader azzurro non più di tre mesi fa. 

Ora invece sono di nuovo tutti lì, all’opposizione, impegnati a comporre il difficile risiko delle Regionali. Le ultime tensioni si registrano sull’E m ilia, dove Meloni ha bocciato la leghista Lucia Borgonzoni, che però resta la preferita di Salvini. 

Qualcuno dice che Fdi stia alzando la posta per avere il candidato in Puglia. E tensioni ci sono anche in Liguria: qui si ricandida Giovanni Toti (e per ora B. dice che non lo appoggerà), ma non è chiaro se a rinunciare a una candidatura, nel disegno complessivo, debba essere la Lega, Fi o Fdi. Ieri, comunque, ad Atreju, è andato in scena il solito Salvini-show anche piuttosto noioso, costellato di battute scontate e condito da lisciate di pelo al pubblico di destra: elezione diretta del capo dello Stato, elogio alle forze dell’ordine e condanna dei porti “tornati aperti”. 

Poi spiega: “Banche e giornali mi volevano fuori dalle palle!”.E avverte: “Quando torneremo magari metteremo un pezzo di Rai sul mercato…”. 

A INCALZARLOil direttore del Corriere della sera, Luciano Fontana. “Mi dispiace per i 5 Stelle che sono partiti per fare la rivoluzione e sono finiti con Gentiloni ”, afferma Salvini. 

Tra una puntura ai magistrati (“alcuni di loro usano la toga per fare politica”) e una a Giuseppe Conte (“mai conosciuto un voltagabbana come lui”), affonda poi su Matteo Renzi. 

“È senza dignità. Il confronto tv? Non scappo, anche se il duello vero non si dovrebbe fare da Vespa ma nelle urne, andando a votare…”. E torna a spingere sul maggioritario. “Il giorno dopo le elezioni voglio sapere chi ha vinto e chi governa”, dice. Parole ben diverse da quelle di Berlusconi, che in un’in – tervista ha bocciato i referendum leghisti anti-proporzionale e ha pure elogiato il premier. 

“Di Conte apprezzo la preparazione e il tratto garbato. Non i suoi governi”, ha detto il leader forzista. E quel plurale, “governi”, la dice lunga su quanto B. abbia gradito il tradimento di Salvini, che dopo il 4 marzo mollò la baracca del centrodestra per andare a Palazzo Chigi coi 5 Stelle. 

SÌ PERCHÉse c’è un terreno su cui Matteo Salvini ha dovuto cambiare strategia da quando non è più al governo è il rapporto con gli alleati. Abbassando notevolmente i toni e tornando affabile e collaborativo. 

A un certo punto dell’epoca gialloverde sembrava che per lui Berlusconi e Meloni non esistessero più. Addirittura col primo non voleva nemmeno farsi vedere in pubblico. 

“Mi fa perdere voti”, andava dicendo ai suoi. Mentre i voti continuava a mangiarglieli lui. 

Mentre con Meloni le frizioni erano tutte sull’autonomia regionale. In politica, però, non si porta rancore e oggi tutto sembra dimenticato. O quasi. 

“Nessuno di noi si dimentica che Salvini è stato al governo con Di Maio…”, dice un militante della fiamma, scuotendo la testa, mentre Salvini lascia l’isola tiberina a suon di selfie.

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