stralcio di un articolo di G. Roselli per Il FQ, 25-6-19
(…) “I Minibot sono inverosimili. C’è ancora qualcuno che crede a Borghi?”, le parole del sottosegretario.
Lo scontro è il sintomo, ma la malattia è che la vecchia guardia del Carroccio mal sopporta i nuovi arrivati.
Che però in Parlamento sono la stragrande maggioranza, perché Salvini ha costruito le liste in modo da mandare in Parlamento i fedelissimi. E peggio sarà in futuro.
FINCHÉ si tratta di beghe di partito, però, è un conto, ma quando si parla di economia, visto che la Lega è al governo, le cose cambiano.
E Giorgetti, da sempre l’uomo della Lega su questi argomenti, un po’ sorride e un po’ si preoccupa quando sente parlare in tv gli economisti in ascesa: Borghi, ma pure Alberto Bagnai e Antonio Maria Rinaldi.
Figuriamoci se, come spera, diventerà commissario Ue.
Poi c’è tutta la partita dell’autonomia.
Attilio Fontana, Luca Zaia, ma pure il bergamasco Daniele Belotti e lo stesso Giorgetti, stanno facendo una gran fatica a rassicurare gli elettori del Nord, il vecchio zoccolo duro del Carroccio.
E anche su quel fronte la situazione è esplosiva.
La trasformazione del partito da regionale a nazionale sta portando a imbarcare chiunque, spesso senza un minimo di esame del Dna.
Persone che poi, anche quando sono di lungo corso come Claudio Durigon o Barbara Saltamartini, sull’autonomia del Nord fanno spallucce, perché devono tener buono il loro elettorato al Centro-Sud.
Sulla trasformazione del partito in forza nazionale avrebbero qualcosa da dire pure i vecchi maroniani, anche se Salvini li ha fatti fuori dal Parlamento quasi tutti.
I più coraggiosi vanno a sfogarsi con Umberto Bossi, ancora in clinica a fare riabilitazione dopo il malore di febbraio: molti, però, lo fanno di nascosto, perché parlare con Bossi, per alcuni salviniani doc, equivale a tradire il Capitano.
Altra crepa, infine, è tra chi vuole tornare al voto col centrodestra e chi vuol proseguire con i pentastellati.
E questo è l’unico tema su cui pure i fedelissimi del vicepremier si dividono. Tanto poi alla fine deciderà Matteo.”