Luciano Odorisio

Conflitto d’interessi da domani in aula…Lega e Dem in fuga!

Stralcio di un articolo di M. Franchi per Il FQ, 13-05-19

“(…)

Luigi Di Maio ribadisce che domani il M5S chiederà di calendarizzare la legge alla Camera. “È nel contratto di governo”, ripete. 

E soprattutto fa parte dell’offensiva elettorale del suo partito, insieme al provvedimento con cui i Cinquestelle promettono “un miliardo per le fa mig lie”, cioè le risorse risparmiate sul reddito di cittadinanza che ora si vorrebbero distribuire con misure di sostegno per l’iscrizione agli asili nido e sgravi sui prodotti per l’infanzia, se non con una revisione più profonda del sistema di welfare dal congedo per i papà come per le mamme all’introduzio – ne di un assegno unico mensile per i figli.

 Quanto al conflitto d’interessi, bisognerà capire quale proposta di legge arriverà a Montecitorio. I grillini ne hanno almeno tre: riguardano le attività dei lobbisti da sottoporre a una disciplina rigida, l’ineleggibilità dei possessori di patrimoni sopra i 10 milioni di euro, il limite dei due mandati elettivi, l’incompatibilità tra cariche politiche e ruoli gestionali in aziende controllate dallo Stato, le condizioni per l’eleggibilità dei magistrati e perfino dei giornalisti. 

Alcune norme sono a evidente rischio di incostituzionalità. 

Ma il conflitto di interessi, che fu il grande tema dell’Italia berlusconizzata, basta evocarlo per suscitare reazioni. E altrettanto significative non-reazioni. 

Feroci quelle di Forza Italia –da Gasparri alla Carfagna e alla Gelmini – e del Giornale b e r l u s c o n i ano. Gelide e affidate alle seconde file quelle del Pd, che come Forza Italia invita a guardare ai conflitti d’interessi di Davide Casaleggio, su cui peraltro c’è anche una proposta dei Dem.

Lo scontro tra M5S e la Lega è totale. Sul conflitto d’interessi Matteo Salvini ha detto, un po’ svogliato: “Sì, tutto quello che c’è nel contratto io lo rispetto. Tutto quello che serve a lottare contro la corruzione e l’affarismo io lo condivido. Ma l’emergenza per il Paese, e me lo dicono da nord a sud, sono il lavoro e la riduzione delle tasse”. 

E intanto punta sul decreto Sicurezza bis con cui multare chi salva migranti in mare e lì porta in Italia anziché in Libia, rievoca la flat tax e le autonomie, ma soprattutto guarda alle Europee del 26 maggio come a “un referendum tra la vita e la morte”. 

E si è beccato l’ironica replica di Di Maio: “L’ultimo che ha parlato di referendum è stato Renzi e non gli è andata bene”

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