Stralcio di un articolo di Luca De Carolis, Il FQ, 14-05-19
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E IN SERATA lo ha annunciato lui stesso a Quarta Repubblica:“La norma sui 10 milioni di euro non c’è, è un’indiscrezione che non troverete nella legge”.
E chissà che ne pensa Silvio Berlusconi, a tutt’oggi la prima, possibile vittima del provvedimento, che proprio ieri sera aveva battuto un colpo in tv a Povera Patria: “Non sono preoccupato della legge sul conflitto di interessi perché se non ci pensa la Lega, ci penserà la Corte costituzionale a fermarla. Non sono affatto preoccupato”.
E sono sillabe che testimoniano il contrario, ossia l’irritazione del capo di Forza Italia, che ascolta minacce di norme apposite da quando discese in politica nel 1994: e ogni volta si sono dimostrate chiacchiere.
Oltre 25 anni dopo, il M5S giura di voler fare sul serio con la proposta di legge che ha come prima firmataria la deputata Anna Macina.
E la norma cardine è l’articolo 5, quello che stabilisce come qualsiasi titolare di cariche di governo nazionali o locali, compresi i presidenti delle Authority, “si trovi in una condizione di conflitto d’interessi qualora sia proprietario, possessore o abbia la disponibilità di partecipazioni superiori al 2 per cento del capitale sociale” di società o imprese che “svolgono la propria attività in regime di autorizzazione o concessione rilasciata dallo Stato, dalle Regioni o dagli enti locali”o che operino “nei settori della radiotelevisione e dell’editoria o della diffusione tramite Internet”.
E il conflitto scatta anche se le società elencate sono riferibili al coniuge o a parenti o affini entro “il 2° grado”, nonchè a persone “conviventi stabilmente”.
Questa in pillole la proposta del Movimento, depositata in commissione insieme a una sulle incompatibilità parlamentari a prima firma di Fabiana Dadone.
Sul conflitto d’interessi c’è anche una proposta del Pd.
Però la domanda resta sempre quella, cosa ne pensi la Lega, tenuto conto anche che una nuova normativa sul conflitto d’interessi è prevista anche dal contratto di governo tra Carroccio e 5Stelle.
E Matteo Salvini continua a mostrarsi quanto mai gelido: “L’unica vera emergenza è il lavoro: di tutto il resto si può parlare, ma prima bisogna aiutare chi assume”.
PERÒ È QUANTO MAI improbabile che oggi la Lega faccia storie in commissione. Piuttosto qualche problema il Movimento ce l’ha in casa propria, visto che il conflitto d’interessi fa riemergere i dissidenti, pochi ma combattivi alla Camera.
Al punto da minacciare un emendamento alla legge che tira in ballo nientemeno che la Casaleggio Associati, ossia l’azienda di Davide Casaleggio, patron della piattaforma web del M5S Rousseau.
Così ecco Gloria Vizzini: “Bisogna vedere se il conflitto di interessi coinvolga Casaleggio, un privato che influenza le decisioni di un gruppo parlamentare e gestisce una piattaforma web che determina le scelte dei parlamentari”.
E a Radio Cusano Campus morde anche la senatrice Elena Fattori: “Abbiamo una piattaforma che decide le sorti del Parlamento, detenuta da una srl privata”. Prosit.”