Luciano Odorisio, Politica

CLAMOROSO: Marco Travaglio si scusa con i Benetton

Travaglio denuncia la sua impreparazione in fatto di modernità, di progresso, soprattutto in Stato di diritto, lui pensava che se crolla un ponte notoriamente pericolante fosse responsabilità anzitutto di chi (la società Atlantia della famiglia Benetton) l’ aveva in gestione e si faceva pagare profumatamente per tenerlo in piedi ma non aveva fatto nulla.

Non solo le scuse deve, aggiungo io, ma cospargersi la testa di cenere. Ma santo Dio, informati prima di dire certe sciocchezze!

E insiste  scrivendo che lui pensava che la responsabilità fosse anche di chi (i governi di destra e di sinistra degli ultimi 19 anni) si faceva pagare profumatamente per controllare che ciò avvenisse ma non faceva nulla e che, dopo 40 morti e rotti, il governo avesse il diritto-dovere di revocare il contratto al concessionario inadempiente.

AHAHAHAH, Travaglio dovrebbe inginocchiarsi per chiedere scuse, altro che cazzi!!!

Fortunatamente si è reso conto delle sue cazzate quando:

“Ma ieri per fortuna abbiamo letto il Giornalone Unico e scoperto che sbagliavamo di grosso. Attribuire qualsivoglia colpa per il ponte crollato a chi doveva tenerlo in piedi e controllare che fosse tenuto in piedi è sintomo di gravissime patologie: populismo, giustizialismo, moralismo, giustizia sommaria, punizione cieca, voglia di ghigliottina, ansia da Piazzale Loreto, sciacallaggio, speculazione, ansia vendicativa, barbarie umana e giuridica, cultura anti-impresa che dice “No a tutto”, pericolosa deriva autoritaria, ossessione del capro espiatorio, esplosione emotiva, punizione cieca, barbarie, pressappochismo, improvvisazione, avventurismo, collettivismo, socialismo reale, decrescita, oscurantismo (Repubblica, Corriere, Stampa, il Giornale).”

Non è mai troppo tardi, dico io, bravo a ravvederti!.

Ed ecco finalmente le scuse sentite e appassionate ai fratelli Benetton, vivaddio!:

“Prendiamo nota e ci scusiamo con i Benetton e i loro compari politici se li abbiamo offesi anche solo nominandoli invano o pubblicando loro foto senz’attendere che, fra una quindicina d’ anni, la Cassazione si pronunci sui loro eventuali reati. D’ ora in avanti, ammaestrati da tanta sapienza giuridica che trasuda da giornaloni, tg e talk show, ci regoleremo di conseguenza nella vita di tutti i giorni. E invitiamo caldamente i nostri lettori e gli altri italiani contagiati dai suddetti virus, a fare altrettanto.”

E continua fustigandosi sulla pelle nuda:

“Ci siamo fin qui barcamenati nella metafora della casa per non ricadere nel tragico errore di citare i Benetton e i governi degli ultimi 20 anni, cioè i concessionari e i concessori di Autostrade che credevamo responsabili politico-amministrativi del Ponte Morandi. Ora sappiamo dai giornaloni che essi non solo non vanno incolpati, ma neppure nominati. Al massimo – ci insegna Ezio Mauro – si può parlare di “una delle più grandi società autostradali private del mondo” che, “in attesa che la magistratura faccia luce”, non può diventare “il capro espiatorio di processi sommari e riti di piazza”, “tipici del populismo”.”

BASTA FARE NOMI E COGNOMI!

E no, capisce che un giornalista che fa nomi e cognomi c’è da qualche parte e lo riconosce, sempre in ginocchio con i ceci sotto:

“Un solo giornalista – il sempre spiritoso Luca Bottura – fa nomi e cognomi, con grave sprezzo del pericolo, su Repubblica: “Bagnai”, “Toninelli”, “i grillini” che “serbano nell’ armadio lo scheletro della Gronda che forse avrebbe allungato la vita al Ponte Morandi” (mai fatta per colpa di chi non ha mai governato) e dicono “No tutto”, perfino al balsamico Tav “tra Torino e Lione” (che non c’ entra nulla e infatti Bottura lo cita ma non si “arrischia” a citarlo “per paura di finire nel mirino” dei No Tav padroni di tutti i giornali, compreso il suo), “Salvini”, “Grillo”, la “Casaleggio”, “l’ ansia vendicativa del governo che sparge la calce viva della bassa politica su decine di vittime”, e “soprattutto Di Maio” perché osa attaccare “Autostrade per l’ Italia (che certo non se la passa bene, ma devono dirlo i giudici)”. Ecco: per incolpare chi non c’ entra nulla basta il Tribunale di Repubblica; ma per incolpare chi c’ entra bisogna attendere la Cassazione.”

BASTA  POPULISMO! BASTA TRAVAGLIO GIUSTIZIALISTA!

E CHE CAZZ’!!!

Poi però conclude con un pezzo ambiguo che non ho capito fino in fondo.

Dice con quel suo sorrisino da incallito giustizialista-populista-sovranista che mi mette mille dubbi sulle sue reali scuse:

Questi eterni Tartuffe italioti, usi a negare anche l’ evidenza, Indro Montanelli li ritraeva con un apologo: “Un gentiluomo austriaco, roso dal sospetto che la moglie lo tradisse, la seguì di nascosto e la vide entrare in un albergo. Salì dietro di lei sino alla camera e dal buco della serratura la osservò spogliarsi e coricarsi insieme a un giovanotto. Ma, rimasto al buio perché i due a questo punto spensero la luce, gemette a bassa voce: ‘Non riuscirò dunque mai a liberarmi da questa tormentosa incertezza?'”.

Sembra quasi che sia una colossale presa per culo…bah, chi ci capisce con Travaglio…

 

 

 

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