“Ho sempre pensato che in politica ciò che rende chiaro e trasparente un processo di cambiamento sono le scelte.
Dopo la sua investitura Zingaretti ha fatto un discorso che ho apprezzato.
Ha tracciato un abbozzo di nuovo PD.
Diverso dalle rottamazioni renziane, un PD divisivo e tracotante con il volto girato a destra.
Sceglie un campo chiaro nei contenuti, nei valori , sulla scia della storia della sinistra.
Bene, mi sono detta ieri sera, l’abbozzo c’è.
Ma dall’abbozzo ora bisogna passare a definire i dettagli, perché alla fine saranno questi a completare un’opera e dirsi capolavoro.
Perché è tempo di fare un capolavoro e non accontentarsi di proporre un disegno confuso e ambiguo che ognuno di noi sarebbe capace di tracciare.
Non è più il tempo dei “ma anche”.
L’opportunità che si apre è importante e a mio giudizio è anche l’ultima, prima della riduzione della sinistra, democratica, socialista, progressista, riformista, sotto i decimali.
Allora mi guardo intorno, in particolare nei territori e vedo un panorama nebbioso.Proviamo a immaginarlo.
Da lontano si vede la cima della montagna PD, è innevata, ma con il sole terso, il profilo rischiarato.
Più scende lo sguardo e più lo sguardo si confonde, fa fatica a cogliere i contorni delle cose .
Lo sguardo inevitabilmente cade sugli eletti all’assemblea nazionale della mia regione, collegate alle tre liste.
Vicino a persone, alcune, coerenti da sempre con le proprie idee, ci sono persone che last minute hanno cambiato casacca a favore di Zingaretti, altri fedelissimi alla causa renziana a favore di Martina e Giacchetti.
Mettendo insieme tutto sembra di stare nel panorama più incerto e confuso di prima, nessun cambiamento, nessuna luce che possa diradare la nebbia e cogliere un guizzo .
L’unico risultato è che le parti sembrano invertite, chi partecipava alla maggioranza ora partecipa alla minoranza, al netto dei saltatori di carro .
Può essere un bene certo , ma come evolverà ?
Difficile dirlo. Come è difficile pronosticare un esito nuovo dal “ma anche” prima delle elezioni europee.
Aspetterò comunque fiduciosa, sapendo che per implementare il nuovo corso bisogna radicarlo innanzitutto in periferia, laddove i deserti morali, economici, etici e civili sono estesi e confusi .
In città, sulla cima tutto appare diverso, più chiaro, ma giù e ancora più giù non lo è.
Neanche con le primarie.
Allora bisogna osservare bene ciò che verrà, ciò che produrrà questo inizio, perché è solo l’inizio.”