Come funziona e a cosa serve «Vinci Salvini», il concorso social del Capitano
Valerio Berra – 11/05/2019 per OnLine di Enrico Mentana
Il 6 febbraio 2018 l’annuncio di Matteo Salvini aveva fatto sussultare i commentatori abituati alle normali regole della comunicazione politica. Era la prima edizione del concorso Vinci Salvini.
Regole semplici: più like metti ai post della sua pagina ufficiale, più punti ottieni. Il vincitore del giorno viene celebrato con un post sulla pagina, quello della settimana porta a casa un caffè con il Capitano.
Certo.
Non è in Vinci Salvini la chiave del successo politico dell’attuale ministro dell’Interno, eppure questa è stata una delle prime volte che nella politica italiana è arrivata la gamification, quella tecnica che prevede l’introduzione di elementi legati ai videogame in altri contesti.
Un esempio Secret Seekers, un videogioco sviluppato dal Victoria and Albert Museum di Londra che aiuta i visitatori a trovare stimoli per scoprire tutti gli edifici del museo.
Altro esempio sono i badge che compaiono adesso nei commenti alle pagine Facebook.
Se commentate molto, rispondete agli altri utenti e inondate di reaction i post di una pagina Facebook potreste trovarvi accanto ai vostri commenti un tondo con al centro una stella e una descrizone: “Fan più attivo”.
La nuova edizione di Vinci Salvini e la raccolta dei dati
Il concorso è tornato. Il 9 maggio la pagina ufficiale del vicepremier ha pubblicato il video di lancio della nuova edizione del gioco.
Questo Vinci Salvini 2.0 funziona esattamente come il primo. Più like metti, più sali in classifica.
Anche i premi sono quasi gli stessi. Il vincitore del giorno vedrà la sua foto pubblicata sui social e quello della settimana potrà aspirare a un caffè.
In più, ogni tanto, ai più attivi arriveranno anche delle telefonate del vicepremier.
Qualche differenza c’è. La base di utenti sui social che seguono Matteo Salvini si è allargata nell’ultimo anno. Dire che sono in «6 milioni» a seguirlo è una stima un po’ troppo ottimistica, come viene fatto dal vicepremier.
Questo numero infatti si raggiunge sommando tutte le sue fanbase, quando invece è più verosimile che chi lo segue su un social, cerchi di farlo anche sugli altri.
Aritmetica a parte, Salvini resta il politico europeo più seguito sui social, un canale su cui il suo staff investe parecchio.
Proprio per questo nel nuovo concorso non verranno conteggiati solo i like su Facebook, ma anche le interazioni sugli altri social. Il biglietto di ingresso per partecipare non si paga, almeno non con del denaro.
Per avere un profilo sul sito vincisalvini.it ci sono due passaggi: prima si accede tramite il proprio profilo Facebook e poi si compila un form con tutti i dati. Informazioni utili per i politici, soprattutto quando si è in campagna elettorale.
Profilare i propri simpatizzanti permette di tarare meglio i temi su cui puntare e le strategie di comunicazione.
Oltre all’accesso con i social, viene richiesta anche mail valida e numero di telefono. Con possibilità di ricevere anche su questi canali i messaggi elettorali ufficiali.
Al momento sono in 6538 gli utenti che stanno partecipando a questa gara a premi. Anche noi ci abbiamo provato.
Fatta l’iscrizione abbiamo messo qualche like agli ultimi post su Facebook ma il sistema non ci ha ancora assegnato un punto. La nostra posizione nella classifica giornaliera è bloccata a 0/ 6538.
Non solo Salvini, la gamification da Ted Cruz a Mario Monti
Negli ultimi anni la gamification è entrata nella comunicazione politica, soprattutto oltreoceano.
Nel 2016 Ted Cruz era candidato per le primarie del partito repubblicano. Parte della sua campagna era basta su Cruz Crew, un’app che permetteva di sostenere il candidato attraverso un gioco di premi e livelli.
Invitare i propri amici, donare fondi, condividere i pensieri del candidato permette di passare dal livello di Intern a quello di Revolutionary.
Da notare le immagini scelte per identificare i diversi step: da una tazza di caffè d’asporto per gli Intern all’uccello della saga The Hunger Games per la qualifica di Revolutionary.
Barack Obama e Hillary Clinton preferivano mettere in palio cene e aperitivi. Per vincere bisognava partecipare a una lotteria. Come partecipare? Bastava fare una donazione alla campagna elettorale, dai 3 dollari in su.
Una strategia simile è stata scelta da Mario Monti nella campagna elettorale delle elezioni 2013, quando da presidente del consiglio uscente si era lanciato nella gara elettorale con un partito appena fondato: Scelta Civica.
Le proposte della sua campagna erano raccolte sul sito di Agenda-Monti.it, uno spazio che ormai giace irraggiungibile.
Proprio qui, esattamente come Ted Cruz, Monti aveva avviato un programma di badge per spronare i suoi sostenitori.
Qui si partiva con Testimone, per raggiungerlo bastava iscriversi. Lo step dopo era Artefice, e qui invece bisognava formulare almeno una proposta da votare sulla piattaforma.
Agenda-Monti, differenze di indirizzo politico a parte, funzionava da questo punto di vista in modo simile alla piattaforma Rousseau. E ancora, i più attivi potevano diventare Alfiere e Portabandiera, qualifiche che permettevano di organizzare anche eventi esterni.
Il sito non si può più vedere, ma qualche screenshot è sopravvissuto a imperitura digitale memoria.