Eco d'Abruzzo, I Ricordi di Caterina, Luciano Odorisio, Racconti degli Amici

Viaggio in Abruzzo…con famiglia

 

di Caterina Abbate

Nel torrido agosto del 1981 partiamo per le sospirate vacanze in Abruzzo. Meta finale: Silvi marina.

Abbiamo prenotato, tramite il CRAL della Sip, un soggiorno per le quattro settimane di Agosto in un appartamento sul mare nel Residence Italadria di Silvi marina.

Aspettiamo con ansia il giorno della partenza (è un’estate infuocata, le temperature arrivano ai 40 gradi) e già dalla sera precedente carichiamo la macchina, la nostra Ford Escort rossa, al suo primo viaggio importante.


È la nostra auto nuova, le precedenti sono state comprate usate.

Ma questa è un’altra storia.

La Escort é pronta, noi altrettanto: mio marito ed io, i due bambini più la nonna.

Quella notte non riusciamo a dormire per il gran caldo, cosicché alle tre, esausti, decidiamo di partire.

Il viaggio in autostrada da Napoli  a Caianello è piacevole, siamo ancora eccitati per la partenza.

È ancora buio quando prendiamo la superstrada per Roccaraso, ma verso Venafro l’aria fresca della notte ci fa desiderare il sonno.

Sono giorni che non dormiamo per il caldo.

Ci fermiamo a Venafro, in una piazza alberata.

Non abbiamo mai riposato così bene, come nella nostra Escort carica di bagagli.

È quasi l’alba quando riprendiamo il viaggio verso Roccaraso, dove abbiamo previsto una sosta per rifocillarci: caffè per noi adulti, cappuccino per i bambini e una gustosa torta con marmellata di amarene.

Via verso Pescara e poi Silvi marina.

Già pregustiamo il primo tuffo in mare, ma siamo amaramente delusi: non esiste nessun Residence Italadria sul mare, ma solo un’agenzia che affitta appartamenti.

Incominciamo a sospettare la truffa.

Troviamo l’agenzia, un poco cortese Responsabile ci dà l’indirizzo e le chiavi dell’appartamento, che si trova al quarto piano.

Che fare?

Tornare a casa, dopo tutto il lungo viaggio e il costo del soggiorno trattenuto sullo stipendio?

Andiamo a vedere.

Non tutto l’appartamento è per noi, ma solo una parte, divisa dal resto della casa con una semplice porta a vetri.

Perciò le tre chiavi: portone, porta d’ingresso, porta a vetri.

La parola Residence significa che dobbiamo risiedere in comune con altre persone nella stessa casa.

Esaminiamo l’appartamento: da uno striminzito balconcino si intravede in lontananza il mare, le camere sono sommariamente arredate con vecchi mobili, il cucinotto è in veranda e,  quel che è peggio, il bagno è accanto.

Una specie di armadio con sanitari di dimensioni microscopiche.

Il tutto adatto ai bambini, che vogliono servirsene subito.

Manca l’acqua.
A questo punto, esasperati, telefoniamo al Responsabile dell’agenzia. “Non vi avevo avvisato, ma al quarto piano l’acqua arriva di notte. Se volete, vi forniamo delle bacinelle per raccoglierla.”

Tralascio di riferire la nostra risposta furibonda, mentre il Responsabile si giustifica:”Non posso decidere nulla, la titolare non c’è.”

“E allora noi veniamo davanti all’agenzia con bagagli, bambini e nonna, finché non ci fornite la sistemazione prenotata.”

“Ma voi vi attaccate alle parole. Un Residence è un palazzo con appartamenti e noi quello vi abbiamo dato.”

Intanto mio marito telefona al CRAL di Roma, per protestare.

Dopo infinite discussioni tra Roma e Silvi, spunta finalmente il vero Residence: il Green Marine, in riva al mare, con un rigoglioso giardino e acqua in abbondanza.

 

Siamo affamati e stanchi, ma il sole splende alto, il mare una tavola blu e il cielo sereno, senza nuvole.

La nostra vacanza può iniziare.
(continua)

Caterina Abbate

Facebook Comments

Sono un po' strega perché ebbi la sorte di nascere a Benevento, ma sono e sarò sempre una ragazza degli anni Sessanta. Per tutto quello che ciò significa.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: