Posto per intero un bell’articolo di Antonio Padellaro:
Ecco perché Matteo Salvini ha ragione anche se ha torto. Salvini ha ragione perché l’ Unione europea, e gli altri Paesi che ne fanno parte, con i loro costanti “me ne fotto” alle ripetute richieste di aiuto dell’ Italia sulla questione migranti gli hanno regalato una campagna elettorale coi fiocchi.
Anzi, per mostrarsi un minimo riconoscente il leader leghista dovrebbe ora spedire a Bruxelles un bel mazzo di fiori. Infatti, se l’ Europa non si fosse mostrata così stupidamente sorda e insensibile, lasciandoci affogare in un mare avete capito di cosa (come riconosciuto dalla stessa Merkel, purtroppo a babbo morto) Salvini, probabilmente, si sarebbe dovuto trovare un lavoro onesto.
Invece che impazzare dal Viminale a colpi di diktat, bloccando navi e chiudendo porti come giocasse a Risiko.
Salvini ha ragione perché con il fiuto volpino che gli va riconosciuto ha scelto il giorno giusto (una domenica elettorale), la nave giusta (una Ong con bandiera di Gibilterra) e il nemico giusto (la minuscola e chiacchierata Malta) per sferrare l’ attacco. Al grido di “spezzeremo le reni a La Valletta” oggi canta vittoria.
Salvini ha ragione perché dichiarando guerra a 629 africani in balia delle onde è diventato l’ eroe di un altro pezzo d’ Italia, che si aggiunge a quello che lo vorrebbe già proclamare duce. Come dimostra l’ ulteriore avanzata del Carroccio nelle Amministrative di domenica.
Salvini ha ragione perché con l’ editto del 10 giugno ha dimostrato chi comanda davvero nel governo gialloverde testé inaugurato. Fedele alla massima del prima meno e poi discuto, solo dopo aver comunicato al mondo le decisioni prese le ha trasmesse al ministro delle Infrastrutture grillino, Danilo Toninelli, competente per i porti. Dopodiché, con gesto di squisita cortesia, ne ha messo al corrente il collega vice Luigi Di Maio. Dicono i maligni che il premier (?) Giuseppe Conte abbia appreso la notizia dai tg.
Salvini ha torto perché la sua è una vittoria di Pirro. Sul problema immigrati, l’ Ue continuerà tranquillamente a fottersene perché non c’ è un solo Paese, tra i 27, che voglia seriamente accollarsi una minima parte del peso che da sempre ricade sull’ Italia.
Per ragioni geografiche: siamo l’ approdo naturale per chi parte dalle coste africane. E per demerito dei leghisti predecessori di Salvini che firmarono gli sciagurati accordi di Dublino sul Paese di prima accoglienza che si becca tutto il cucuzzaro.
Salvini ha torto perché oggi ha trovato il premier spagnolo, il socialista Pedro Sánchez disposto ad accogliere i profughi dell’ Aquarius. Un atto definito di “buon cuore” dal medesimo Salvini, ma piuttosto umiliante per il nostro Sparafucile.
Senza contare che nella stagione estiva degli sbarchi, di navi Aquarius ne arriveranno chissà quante. E allora il ministro degli Interni dovrà decidere se lasciarle alla deriva, attirandosi e attirando al governo le accuse più infamanti di disprezzo per la vita umana. Oppure cuccarsi in silenzio gli sbarchi.
Salvini ha torto perché dopo aver tenuto in ostaggio per un’ intera giornata 629 persone, tra cui numerosi bambini e alcune partorienti, la sua immagine è già irrimediabilmente macchiata.
L’ obbligo della salvezza in mare è una legge universale a cui per nessuna cinica ragion di Stato si può derogare.
Salvini ha torto perché, dopo il trattamento subito, nel M5S crescono i malumori per un’ alleanza di fatto sbilanciata dal protagonismo dal socio di minoranza. Senza contare l’ emergere nel Movimento di sensibilità diverse rispetto alla politica dei negher fora di ball. Come dimostra l’ annuncio dell’ apertura del porto di Livorno (poi ritirato) del sindaco grillino Nogarin. E il viaggio del presidente della Camera Roberto Fico andato nella bidonville di San Ferdinando a portare le condoglianze dello Stato ai compagni del sindacalista di colore Sacko ucciso a fucilate.
Salvini, infine, ha torto perché a quella grande massa di voti raccolti seminando rabbia e protesta contro i migranti presto o tardi dovrà dare una risposta assai concreta. Perché quegli stessi elettori, disposti ad applaudire i suoi spottoni, si aspettano poi che ne rispedisca a casa (come promesso)
ED UN ARTICOLO DI G. MUGHINI SULLE SCEMATE FRANCESI NON CI STA MALE:
Caro Dago, il nostro comune amico Massimiliano Parente ha scritto di recente un libro saporito in cui metteva a fuoco le infinite declinazioni dello “scemo contemporaneo, lo “scemo televisivo” quanto lo “scemo dei social” e innumerevoli altri. Uno più scemo dell’altro, né potrebbe essere diversamente in una società di massa. Mancava nel suo scrupoloso elenco lo “scemo francese”, di cui noi italiani abbiamo avuto testé un esempio apicale.
GIAMPIERO MUGHINI OSPITE DI PETER GOMEZ A LA CONFESSIONE
Avendo vissuto in Francia due anni e passa, è uno scemo di cui ho un’ampia cognizione. In questo caso lo scemo ventinovenne, il portaparola del governo Macron (ossia di un capo del governo che è tutto fuorché uno scemo), che ha usato l’espressione ingiuriosa “à vomir” (“da vomitare”) a proposito della decisione del ministro Matteo Salvini di bloccare l’accesso a un porto italiano di una nave di profughi africani. Un’espressione che se usata da una tribuna ufficiale suona da spregio e insulto nei confronti di un Paese cugino, in questo caso il nostro.
Solo che lo “scemo francese” è fatto così. Tiene sempre la punta del suo nasino puntata verso il cielo, ritiene che in fatto di champagne di donne di abiti femminili e quant’altro non ci sia niente di meglio di quello che c’è in Francia, pensa che ogni singolo cittadino francese sia irrorato da questo ben di Dio, pensa che la lingua francese sia quella di due secoli fa, quando costituiva la musica naturale della cultura occidentale.
Non c’è fanfaronata che lo “scemo francese” si neghi. Al punto che si convinsero di essere stati fra i vincitori della Seconda guerra mondiale, una guerra in cui resistettero tre settimane e non un giorno di più ai panzer tedeschi. Ne erano talmente convinti che processarono e condannarono a morte il maresciallo Pétain (poi graziato), quello dalla cui parte stavano nel giugno 1940 il 90 per cento dei francesi (scemi e non).
L’espressione “à vomir” non è di quelle che si possono perdonare e fa benissimo il nostro governo a chiedere scuse ufficiali e lascia di stucco che presidente Macron non capisca qual è la posta in gioco. La decisione di bloccare la nave carica di profughi era drammatica e dolorosissima ma non di quelle che mettono in pericolo le vite di uomini e donne. Due navi italiane si sono affiancate cariche di cibi e medicine, e per tutta la durata del tragitto. In fatto di accoglienza dei disperati che provengono dall’Africa, l’Italia non ha da prendere lezioni da nessuno o forse soltanto dalla poderosa Germania.
I MIGRANTI SALVATI E POI TRASFERITI SULLA AQUARIUS
Che Lampedusa e i suoi abitanti non abbiano avuto il Nobel della pace è un’idiozia altrettanto grande che quella di non dare a Philip Roth il Nobel della letteratura. Ne abbiamo presi tanti di disperati, purtroppo anche più di quelli cui possiamo assicurare un giaciglio appena decente, e difatti stanno a dormire per terra tutt’attorno alla Stazione di Milano.
Laddove i francesi ai loro confini resistono alle ondate di migranti meglio di quanto non resistettero ai panzer tedeschi nel 1940. E dunque non diano lezioni con la punta del nasino ritta verso il cielo. E’ una materia talmente inedita e talmente drammatica in cui nessuno può dare lezioni a nessuno. La Spagna ha detto di sì alla nave rifiutata dall’Italia, solo che si sono accorti che non hanno dove farli dormire. Ieri al porto della mia città natale, Catania, noi italiani ne abbiamo accolti mille ed era giusto così. Lo scemo francese porga le sue scuse e torneremo amici come prima.