I Ricordi di Caterina, Luciano Odorisio, Racconti degli Amici

Torta, mela, sigaretta e una tazzina di caffè per la festa del papà

” La festa del papà è un’invenzione dei produttori di cioccolatini…” ripeteva ogni anno il mio papà, mentre reggeva con la destra l’eterna sigaretta e assisteva al taglio della torta, preparata in suo onore.

Nonostante una così manifesta  contrarietà, a casa nostra il 19 marzo era ugualmente un giorno di festa, perché era l’onomastico di papà, Giuseppe detto Peppino.

Mia madre, che non amava cucinare, per l’occasione allestiva un pranzo un po’ più elaborato: ragù con pasta corta, invece dei soliti spaghetti con pomodorini, involtini di carne cotti nel sugo, (le braciole per intenderci)  oppure le polpette che noi,  con la scusa di assaggiare, facevamo quasi sparire prima che arrivassero in tavola. La lattuga in insalata accompagnava il secondo. Per concludere, papà chiedeva:”E la melella?”

Non poteva mancare infatti la mela annurca, col suo sapore fresco e leggermente aspro.

A questo punto papà accendeva l’ennesima sigaretta, che lo rendeva ai miei occhi simile al salgariano Yanez, e sorseggiava il caffè preparato con la Giannina express, una caffettiera che aveva regalato a tutti i parenti per motivi di sicurezza.

In casa infatti era stata abbandonata la caffettiera napoletana, a favore della più veloce e moderna Giannina express.

La Moka invece non è mai entrata in casa nostra: papà non si è mai lasciato sedurre dalla pubblicità dell’omino con i baffi.

Era convinto che la Moka potesse scoppiare, come era avvenuto in diversi casi noti solo a lui.
Ed era sempre alla ricerca di nuovi aggeggi per la casa e penso che oggi avrebbe accettato anche la Nespresso.

Tutto sommato il pranzo non si discostava molto da quelli giornalieri, se non fosse stato per la presenza della  torta di mammà.

Sempre la stessa, che preparavano insieme.

Anzi no, il mio compito era montare a neve ben ferma gli albumi, per il resto faceva tutto lei: Pan di Spagna di otto uova, farcito di crema pasticcera classica e al cacao amaro, con glassa agli albumi e zucchero.

Mammà scriveva gli auguri e la data di ogni nostra ricorrenza, con la siringa per dolci ripiena di crema al cacao.

Lo ha fatto anche quando la sua mano non era più ferma e papà non c’era più.

A noi non importava che la torta non fosse perfetta e la decorazione tremolante.

Sapeva di buono e di amore.

Buon onomastico, papà! Ovunque tu sia.

Caterina Abbate

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Sono un po' strega perché ebbi la sorte di nascere a Benevento, ma sono e sarò sempre una ragazza degli anni Sessanta. Per tutto quello che ciò significa.

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