Luciano Odorisio, Politica

The day after – Sondaggisti al lavoro: Alessandra Ghisleri, Antonio Noto, Pietro Vento, Lorenzo Pregliasco…

a cura di Lorenzo Giarelli per Il FQ, 28-8-19

ALESSANDRA GHISLERI

Elettori impauriti e spiazzati, ora temono il salto nel buio 

Il periodo ferragostano impone che si parli di sentimenti degli elettori, più che di dati scritti su pietra. Dai nostri dati emerge un atteggiamento di confusione completa, gli elettori non capiscono i motivi della crisi, né le basi su cui ora dovrebbe nascere un nuovo accordo tra Partito democratico e 5 Stelle, complice il fatto che finora si è parlato solo di totoministri e non di programmi. 

Il ritorno al voto è l’opzione preferita, con un 40-42% delle scelte, ma ci sono più opzioni che contemplano governi diversi e che messe insieme fanno la maggioranza. La richiesta delle urne è una costante nei momenti di crisi, perché l’elettore vuol dire la sua. 

Qui la situazione è particolare perché gli italiani sono spiazzati: prevalgono il dubbio, la rabbia per la rottura inaspettata e la paura per quello che adesso potrebbe essere un salto nel buio. Ma è tutto in evoluzione: le valutazioni di oggi potrebbero essere ribaltate nell’arco di 15 giorni.Persino tra gli anziani, dato insolito, c’è un’altissima percentuale di astenuti, nell’atte – sa che si capisca qualcosa in più.

ANTONIO NOTO 

Gli italiani amano il leader forte, ma lo abbandonano in fretta

Bisogna precisare che i campioni di intervistati in questo periodo non sono molto indicativi, tenendo conto delle ferie e del basso tasso di risposta. Ma a prescindere da quali saranno i dati nelle prossime settimane, in passato il consenso di Salvini era in gran parte dovuto a una forte esposizione mediatica che gli aveva portato una vasta percentuale di elettorato emotivo, volatile. Questo tipo di consenso può evaporare in fretta, a differenza di quello ideologico. 

Perciò non bisogna meravigliarsi che nel giro di poco tempo la Lega abbia perso diversi punti percentuali, anche perché storicamente gli italiani amano il leader forte quando per lui va tutto bene, ma fanno anche molto presto ad abbandonarlo se lo vedono in difficoltà, come sembra essere adesso Salvini. 

C’è da dire che poi già da luglio Giuseppe Conte aveva sorpassato Salvini nell’indice di fiducia, dunque i fatti di queste settimane potrebbero aver enfatizzato un t re n d già in corso.

PIETRO VENTO 

Trend chiaro: Carroccio giù, 5 Stelle su grazie al premier 

La scelta compiuta da Salvini l’8 agosto ha spiazzato ampi segmenti dell’opinione pubblica: appena un terzo dei cittadini ha ritenuto opportuna la decisione della Lega di aprire la crisi in pieno agosto. Ora non solo ci si divide tra chi, in lieve maggioranza, vorrebbe un nuovo governo e chi preferirebbe tornare a votare, ma anche tra chi chiede le urne subito e chi auspica elezioni ad anno nuovo. 

Alla vigilia delle consultazioni, l’Istituto Demopolis ha misurato il peso dei partiti. La Lega è passata dal 34 per cento del 26 maggio al 37 rilevato il 5 agosto, per attestarsi oggi al 33%, perdendo 4 punti negli ultimi 20 giorni. Il Pd si conferma secondo partito con il 23%, mentre il M5S, in leggera ripresa, otterrebbe il 19%. 

A pagare la crisi è stato dunque Salvini, mentre il recupero dei grillini credo sia soprattutto merito di Giuseppe Conte, molto convincente durante i giorni della rottura. Nessuno però è in grado di dire se nei prossimi mesi la Lega continuerà a perdere: dipenderà dall’operato, giudicato positivo o meno, del nuovo esecutivo.

MARCO VALBRUZZI 

La presenza di Conte potrebbe far accettare il nuovo governo 

N on mi sorprende il calo della Lega, perché a differenza della vicenda russa o del caso Diciotti, per dirne due, qui non si tratta di un semplice fatto di cronaca politica, ma della rottura di un patto elettorale forte. 

Questo si collega alla dinamica della “seconda preferenza”: alla domanda su quale altro partito avrebbero potuto votare in assenza del Movimento, oltre la metà degli elettori dei 5 Stelle ci ha indicato la Lega. Nei mesi scorsi buona parte di quei consensi si erano spostati proprio sulla Lega e ora potrebbero tornare indietro, anche se bisognerà vedere se e come si formerà il nuovo governo. L’umore degli elettori in questa fase cambia in fretta. 

Adesso credo che il voto sia ancora la soluzione preferita, perché è sempre considerato sinonimo di chiarezza rispetto ai giochi di palazzo, ma se poi questa trattativa Pd-5 Stelle andasse in porto in tempi rapidi e con una squadra convincente, non è detto che nel giro di poco cambi la percezione degli italiani. In questo sicuramente aiuterà la presenza di Conte, che è molto popolare: il premier potrebbe far accettare il passaggio da un governo all’altro.

MICHELA MORIZZO 

La crisi era nell’aria da tempo, ma è stato uno choc aprirla ora 

Secondo i nostri dati, l’83 per cento degli elettori leghisti ha condiviso la scelta dell’apertura della crisi. Al tempo stesso, abbiamo registrato un calo della Lega al 31,3 (-3%): significa che non se n’è andato lo zoccolo duro, ma quella parte di elettorato più fluida che si era avvicinata alla Lega nei mesi scorsi. 

La crisi era nell’aria da tempo, ma per tanti è stato uno choc aprirla adesso. In generale, abbiamo rilevato che il 65 per cento degli elettori preferisce elezioni anticipate rispetto a un governo di legislatura, ma bisogna distinguere: circa la metà di quel 65 per cento chiede elezioni subito, l’altra metà un voto nei primi mesi del 2020. Significherebbe in ogni caso fare un governo almeno per la manovra. 

Più difficile interpretare gli umori dei 5 Stelle: ci risulta che circa la metà dei loro elettori volesse il voto piuttosto che qualsiasi altro governo, tanto che solo il 18 per cento approvava l’accordo di legislatura con la sinistra. Da qui si capisce il tentennamento dei vertici sull’affidarsi a Rousseau.

LORENZO PREGLIASCO 

Un crollo di 15 punti per Salvini può diventare -5% per il partito 

Ho letto i dati Ipsos usciti ieri: dire che la maggioranza degli italiani oggi vuole il voto è fuorviante. 

Sarebbe corretto dire che è la maggioranza relativa degli intervistati a essersi espressa in favore del voto, perché in realtà le opzioni di scelta erano parecchie e anche chi non vuole le urne si divide tra governo Pd-5Stelle, gialloverde o di altro tipo. 

Per quanto riguarda la fiducia dei leader, è plausibile che il crollo di 15 punti sofferto da Salvini si traduca in un calo dei consensi per la Lega nell’ordine di un 4-5 per cento, come in effetti hanno rilevato diversi istituti nei giorni scorsi. 

È ovvio che a mollare Salvini siano stati soprattutto i simpatizzanti dei 5 Stelle, dato che il leghista è stato percepito come l’artefice della rottura. Un contraccolpo per lui era prevedibile, visto il consenso di cui godevano i gialloverdi. 

Magari se lo aspettava anche Salvini, ma evidentemente credeva che i vantaggi di una crisi sarebbero stati maggiori.

Facebook Comments

Write a comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: