Luciano Odorisio

STUPRO a NY: When They See Us, la miniserie Netflix che è una ferita lancinante sul razzismo

di G. Gramaglia per Il FQ, 13-6-19

“C i vollero 25 anni per fare (forse) giustizia, ché i dubbi restano: roba da Italia, non da Stati Uniti, dove i tempi delle inchieste e dei processi sono rapidi. 

Ma la storia dei Central Park Five, cioè cinque ragazzi di colore condannati per lo strupro nel 1989 di una broker di Wall Street che faceva jogging a Central Park e incarcerati per anni, prima di essere scagionati, non finisce mai. 

Aveva già ispirato un documentario di Ken Burns, intitolato proprio Central Park Fivee presentato ai Festival di Cannes e di Toronto nel 2012; e adesso ispira una serie di Netflix, When They See Us, che, uscita il 31 maggio, riapre ferite e polemiche. 

A prendersela, è soprattutto Linda Fairstein, che, all’epoca, era alla Procura di Manhattan: sostiene che la serie televisiva la diffama e non racconta nel modo giusto il suo ruolo e il suo operato. In un intervento sul Wall Street Journal, che ha avuto ampia eco sulla stampa americana, lFairstein scrive che la serie è “così piena di distorsioni e falsità da essere una completa invenzione” e sostiene di esserne “diffamata”. 

Ma c’è chi ha notato che neppure alcune sue affermazioni trovano riscontro nella ricostruzione ufficiale della vicenda. La storia ci porta nel 1989: Manhattan è una giungla violenta; Central Park un luogo da evitare, soprattutto la notte; il tempo dello sceriffo di Law and Order, e poi sindaco dell’11 Settembre 2001, Rudolph Giuliani, sta per arrivare, ma non è ancora giunto. 

Cinque ragazzi, Kevin Richardson, Yusef Salaam, Antron McCray, Raymond Santana, Korey Wise, tutti neri o ispanici, tra i 14 e i 16 anni, vengono arrestati per lo stupro di Trisha Meili, una donna bianca e, dopo lunghi interrogatori, confessano; ma poi ritrattano, sostenendo che la confessione era stata loro estorta. Sono lo stesso tutti condannati a pene dai 6 ai 13 anni. 

NEL 2002, un giudice annulla le loro condanne, dopo che un altro uomo, Matias Reyes, un ‘latino’, detenuto per altri stupri, confessa il crimine, sostenendo di avere agito da solo. 

Il test del Dna ne conferma la colpevolezza. Fairstein guidò l’unità ‘crimini sessuali’ della Procura di Manhattan dal 1976 al 2002 ed è poi diventata un’autrice di gialli di successo. 

Nel 2014, la città risarcì con 40 milioni di dollari quei cinque ex ragazzi, ormai uomini fatti. Ma qualcosa ancora non quadra: medici che curarono la broker aggredita e stuprata sostengono, in base alle lesioni riscontrate, che Reyes non può avere agito da solo. 

La confessione di Reyes fu la base per un’azione legale da 250 milioni di dollari contro New York, intentata dai cinque per violazione dei diritti civili. 

Dopo un decennio di contese giudiziarie, il sindaco Bill de Blasio decise di riparare il danno: i Central Park Five sono in libertà dal 2002; e ora sono milionari: un milione di dollari ciascuno per ogni anno passato in galera. Loro si sono sempre proclamati innocenti. 

La Meili non ha mai ritrovato la memoria di quanto accadde. 

I medici gettano ombre sulla confessione di Reynes, che, in carcere per altri delitti, non fu mai processato per questo perché il caso era prescritto.”

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