a cura di di Lorenzo Giarelli per Il FQ, 17-8-19
PIETRANGELO BUTTAFUOCO
Di Maio e Salvini hanno sbagliato ma insieme sono rivoluzionari
Hanno sbagliato entrambi. E hanno da tornare insieme, e subito. Un grave errore è stato quello del M5S di votare Ursula von der Leyen in Europa. Si sono consegnati all’establishment. Una totale pazzia è stata quella di Matteo Salvini di aprire la crisi con l’aggravante di vedere tornare tutto il cucuzzaro di regime: Matteo Renzi nientemeno, con tutti i suoi cari, quindi Romano Prodi e perfino Silvio Berlusconi che, di certo, non in prima battuta, ma subito dopo, un governo di quattro anni con tutte le più delicate nomine ancora da fare lo puntella, altroché se non lo puntella. Altrimenti come spiegare l’agitazione di queste ore dell’uomo forte di Forza Italia, ovvero Gianni Letta, impegnato a procurare “responsabili” e rassicurare così Dario Franceschini, quello che fa il lavoro sotterraneo sperando di trovare al Quirinale un altro Oscar Luigi Scalfaro. Urge far sì che ciò che è stato non sia mai stato. Presi singolarmente, Lega e M5S, non arrivano a nulla. Insieme fanno una sintesi che è rivoluzionaria. Quantomeno, pur pasticciata, lo è stata.
ANDREA SCANZI
Sarebbe più facile con i gruppi in quota Zinga: ora il M5S rischia
L’ unica certezza, in questo gran casino tragicomico, è che Salvini non merita niente. Uno che tradisce così – nel momento peggiore e pentendosene un secondo dopo – per tornare scodinzolante da Berlusconi non vale nulla. Vuole votare subito? Lo si faccia attendere, per anni e senza pietà, sperando che nel frattempo a qualcuno passi questa sbornia scema per l’ennesimo cazzaro nostrano. Al tempo stesso, un governo M5S + Pd avrebbe (forse) senso se i parlamentari fossero in quota Zingaretti. Non con questa ghenga perlopiù renziana: Paragone con Boschi fa ridere, Morra con Marattin fa vomitare e Taverna con Andrea Romano rivaluta l’Armageddon. Forse è il male minore, ma è comunque un male (che può regalare altri voti alla destra). Tanto per cambiare, quelli messi peggio sono i 5 Stelle. Se dicono No prendono il 10% a ottobre, se si fidano di Renzi (ossimoro) rischiano di passare alla storia come quelli che vinsero le elezioni ma si fecero turlupinare due volte di fila. I re dei gonzi lessi. Insomma: comunque vada, sarà catastrofe. Condoglianze.
ALESSANDRO ROBECCHI
5 Stelle e dem devono provarci affidandosi a nuove leadership
Appurato che a Salvini, il piccolo Scelba in topless, non affiderei nemmeno una gelateria, figurarsi un Paese, duole constatare che tutt’intorno non è esattamente un convegno di talenti. In ogni caso, cercare soluzioni parlamentari è doveroso e ciò significa un patto 5S-Pd. Il rischio è che sia piccolo cabotaggio, rinviare il voto, punire il traditore (i 5S), resuscitare carriere morte (il Pd). Peccato. Meglio sarebbe un accordo vero, come si doveva tentare anni fa, quando il Movimento sputò in un occhio a Bersani, o un anno e mezzo fa, quando Renzi sputò i popcorn in faccia a tutti. Ma un governo vero prevede ammissioni di colpa, rettifiche della linea e ricambio di uomini. Chi si è fatto abbindolare dallo sceriffo Salvini sarebbe adatto? Quanto a Renzi, sarebbe come chiamare l’idraulico che ti ha già allagato la casa tre volte. Ma se fosse, se mai si riuscisse, ci potrebbe essere un buon esordio: ritirare al primo Consiglio dei ministri i decreti sicurezza, far sbarcare i naufraghi, tornare almeno decenti.