Da un’intervista a Carlin Petrin, gastronomo, sociologo, scrittore e attivista italiano, fondatore dell’associazione Slow Food., di Ettore Boffano per Il FQ, 10-3-19
“(…)
“Qualche consiglio per gli acquisti, a Zingaretti?
Non credo sia difficile.
A questi ragazzi non la racconti più spiegandogli di sondaggi, di flussi elettorali, usando i soliti escamotage della politica politicante.
Le ho detto prima che questo che sta per capitare è forse ancora più netto di quel ‘68 che io e lei abbiamo vissuto.
Noi, allora, pretendevamo di cambiare tutto, ma eravamo confusi, non sapevamo bene che cosa volevamo e dove saremmo finiti.
Greta e gli altri, invece, hanno qualcosa di concreto, di già ben definito: cercare di salvare il mondo dalla distruzione provocata dal cambiamento climatico e dall’inquinamento.
E quello dei prossimi venerdì non sarà un conflitto generazionale tra di noi e quelli che verranno.
Lo è tra noi e quelli che ci sono già, che hanno appena 16 anni come la Thunberg, ma che capiscono più di noi ciò che di disastroso può capitare alla Terra.
Anche Zingaretti è una persona matura come noi due. Non le sembra di chiedergli un po’ troppo?
Intanto ha fatto la sua dedica a Greta e non è una cosa da poco. Poi, vede, c’è la saggezza.
Siamo entrambi cuneesi e conosciamo quel vecchio detto del nostro dialetto: “Se i giovani conoscessero, se i vecchi potessero ancora fare…”.
Nel momento del passaggio definitivo dall’epoca analogica a quella digitale, dovremmo invece rovesciarlo così: “Se i vecchi conoscessero le novità, se i giovani che le conoscono potessero agire …”: se vuoi fare politica, se vuoi trovare i giovani, devi aggiornarti su quelle piazze che si preparano a difendere il mondo dalla distruzione, capire chi sono i nuovi leader.
Operativamente, che cosa dovrebbe fare Zingaretti?
Stare a fianco di quel movimento, sin da venerdì 15 marzo. Per dire: “Io sono qui”. Una svolta intellettuale: quella che accetta di conoscere le cose che i giovani sanno già, per poter consentire loro di fare qualcosa.
Mi ha colpito che lei indichi il tema dell’ambiente come un terreno contendibile al M5S. Oggi, nel Pd, sono tutti contrari a qualsiasi dialogo con i Cinquestelle. Lei è d’a cco rdo? Vale solo il codice della co n te s a?
Io capisco che la contingenza del governo giallo-verde generi certe chiusure.
Non si può essere aperti a chi ti insulta, a chi crea sistematica mente il clima dell’insulto.
Ma il dialogo resta un valore, su alcuni problemi e su alcune posizioni io credo che non solo si debba dialogare, ma che addirittura ci sia il dovere di dialogare.
Prendendo anche atto di una situazione: mi sa che per un po’ di tempo, forse lungo, se vorremo tornare a governare, dovremo farlo alleandoci con qualcun altro.
Con le nostre sole forze non siamo in condizioni di guidare il Paese: e le scelte possibili non sono molte.”