L'angolo di Savoca, Luciano Odorisio, Politica

“Da Monti a Conti cadevano i ponti” di Roberto Savoca

Ungaretti, nel 1918, metteva in versi la precarietà della vita.

“Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie”

Giusto un secolo dopo, si cerca di imporre il precariato come una condizione… stabile.

Vite stabilmente precarie con lavori stabilmente precari.

È l’ossimoro al potere!

Non c’è da meravigliarsi, del resto, dopo le “guerre umanitarie”.

L’articolo 18 garantiva solo una parte privilegiata dei lavoratori, è vero, ma invece di estenderlo a tutti si è pensato di toglierlo a tutti, e buonanotte al secchio.

L’imperfetto sistema pensionistico era basato su un patto fra Stato e cittadini: per tutta la vita lavorativa si PRESTAVANO soldi allo Stato sotto forma di contributi previdenziali trattenuti sui salari; durante la vecchiaia lo Stato restituiva il DEBITO ai lavoratori in comode rate, sotto forma di pensione.

Non integralmente, certo, perché c’erano da pagare anche le pensioni sociali, quelle agli invalidi (e fin qui tutto bene) e poi quelle di chi ci marciava e, senza aver versato nulla o quasi, si beccava vitalizi e pensioni multiple da nababbo (e questo non andava bene per niente).

Prima del pianto accorato

Poi sono arrivati Monti e la Fornero – con i loro pirateschi curricula di banchieri – e hanno ribaltato il tavolo perché lo Stato aveva un altro debito, con il resto del mondo, da pagare.

E chi doveva pagarlo: i ricchi con redditi parassitari, gli speculatori finanziari?

Macché!

Non hanno toccato i privilegi ma hanno rapinato i lavoratori.

Ora i “populisti” – litigando tra loro e senza neanche sapere bene perché lo fanno – stanno confusamente cercando di modificare/attenuare qualcuno di questi abusi (anche introducendone altri, come la demenziale “flat tax”).

E tutti sono molto preoccupati per le reazioni dei mercati.

Vucciria

Io amo molto i mercati e ci vado spesso: passeggio curioso tra i banchi del pesce, delle verdure e della frutta, mi inebrio degli odori che rubo qua e là (ma non è un reato!), mi diverto per le grida selvagge di incitamento all’acquisto, il “pizzicarolo” mi omaggia di assaggini deliziosi, qualche volta faccio anche un po’ lo scemo con le mie amiche “fruttarole.

Un uomo che fa la spesa da solo suscita sempre un po’ di curiosità: sarà single? sarà vedovo? sarà  frocio?

I mercanti – si sa – sono un po’ volgarotti; tuttavia, quando sono brave persone, onesti lavoratori, con loro si fa un buon mercato. Gli si dà una giusta quantità di denaro e in cambio si ottiene della merce.

Quel denaro, d’altra parte, io l’ho ottenuto in cambio di un’altra merce: il mio lavoro.

Anche se in questo scambio, al solito, sono stato un po’ fregato.

Acquisti a cazzo di cane

Pensate se a un certo punto i grandi mercanti – e non parlo degli ortolani con la “parannanza” ma di quelli benvestiti! – si mettessero in testa di comandare loro dispoticamente!

Di impormi merci scadenti a prezzi esorbitanti, di costringermi all’acquisto di cose di cui non bisogno.

E poi, in un vortice di rapacità, volessero anche rubarmi il portafogli, sottrarmi lo stipendio o la pensione, le carte di credito e i miei risparmi.

E pretendessero di trasferire il mio sudato denaro sui loro conti senza contropartite, senza darmi nulla in cambio, così, di prepotenza…

Se poi corrompessero i politici – quelli che dovrebbero tutelarmi – e li mettessero al lavoro per scrivere leggi che difendano i loro ingordi interessi contro i miei…

E questi formassero lobby fraudolente nelle istituzioni, come feroci cani da guardia…

Se, infine, smettessero del tutto di lavorare e si mettessero semplicemente a “fare soldi dai soldi”, da volgari strozzini.

Beh, sì, immagino che a quel punto ci sarebbe di che incazzarsi moltissimo!

Eppure tutto ciò è avvenuto negli ultimi anni senza che nessuno – o quasi – pensasse di ribellarsi, di arredare le piazze con eleganti e affilate ghigliottine e fare giustizia.

La crisi presente – tutti lo sanno, tutti lo dicono – è esplosa a causa delle banche che hanno fatto carte false.

Letteralmente!

Mi riferisco ai titoli “tossici” derivati venduti candidamente per un valore corrispondente a cinquantatre (53!) volte il PIL mondiale. Altro che i “pacchi” che cercavano di rifilarti quei poveracci dilettanti davanti agli autogrill!

Qual è stata la reazione degli Stati e dei governi di fronte a questi gravi REATI?

Pesanti manette ai polsi dei banchieri criminali e truffatori, direte voi, e via, in galera.

Poveri illusi!

Si è deciso, invece, che le banche non potessero fallire per non turbare i mercati.

Quindi le banche sono state FINANZIATE!

Con quali soldi, chiedete? Ma che diamine: coi vostri!

Vabbe’, direte, se gli Stati finanziano le banche evitandone il fallimento poi ne diventano proprietari, cioè le nazionalizzano… Ma neanche per idea! D’altra parte, se a rappresentare gli Stati ci sono i diretti dipendenti del sistema finanziario, che pretendete?

Anzi, alla fine della fiera i dirigenti di quelle banche, i responsabili diretti della colossale truffa, hanno pensato bene di auto-elargirsi dei generosi bonus come premio per essere stati tanto paraculi. Paraculi sì, ma col culo vostro, direbbe un raffinato!

No, as-so-lu-ta-men-te no!

Non si possono far comandare i mercanti, meglio piuttosto i poeti e i musicisti!

di Roberto Savoca

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Autore e regista televisivo. Docente di montaggio e comunicazione.

1 Comments

  • Non so se riuscirò mai a sperare che venga fatta giustizia. E da chi?

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