di Selvaggia Lucarelli per il FQ, 14-3-19
Assisto basita al susseguirsi degli eventi che stanno annientando Giulia Sarti: come è possibile che tv e giornalisti cavalchino in maniera così irresponsabile la sua vicenda?
La questione dello stipendio e la mancata espulsione dal partito erano fatti di interesse pubblico, d’accordo. Poi inizia la querelle tra la Sarti e l’inquietante personaggio che è Andrea Bogdan Tibusche: e il tema si sposta su cosa faccia lei in camera da letto.
E si comincia a parlare di sue foto e video come se, in quanto grillina, il suo amplesso in streaming, commentato e condiviso, fosse un nostro diritto, e non un’intrusione.
I giornalisti si inviano compulsivamente il materiale via whatsapp come se si trattasse di foto del coniglietto per Pasqua e il caso finisce in tv – trattato con cinismo e mezza goliardia– negli stessi contenitori in cui fino a pochi giorni fa si discuteva di donne, leggi sul revenge porn e #metoo.
“LE IENE” trasmettono un servizio sulla vicenda dei filmini hard della Sarti con intervista esclusiva a Bogdan Tibusche.
Non si sa perché a Le Iene dovrebbe interessare se la Sarti, mentre fa sesso, ami riprendersi o ustionarsi con della cera bollente o invitare a casa dei nani albini.
Ci interesserebbe invece comprendere l’acrobatico motivo per cui i moralizzatori incravattati dedichino decine di servizi sulla vicenda Fausto Brizzi (le donne si rispettano e proteggono da molestie e ricatti sessuali!), e poi trattano un possibile caso di revenge porne un sicuro caso di violazione della privacy, di violenza psicologica, di mortificazione di una donna colpita nella sua sfera più intima, come se fosse cosa di interesse pubblico.
“Ah se questo computer potesse parlare!”ride l’inviato Filippo Roma con Tibusche.
E Tibusche sottolinea che il suo computer “è pieno di video, ho paura che me lo rubino, è già successo”.
Insomma, se dovesse girare materiale privato della Sarti o di altri di voi che era contenuto nel suo vecchio computer sappiate che è colpa dei ladri.
Poi l’inviato gli chiede se oltre ad avere una compagna altrove fosse fidanzato con la Sarti e, quando quello nega, l’inviato ride ancora: “Saresti stato un mito!”. Del resto si parla di dinamiche per cui qualche donna si è suicidata, mica di cose serie.
Quindi Roma tira fuori delle chat da cui risulta che Tibusche, dopo che la Sarti lo ha accusato di aver gestito lui i bonifici, scrive agli amici che lei si faceva riprendere durante il sesso con altri e che quei video li ha anche lui.
Gli amici gli rispondono “Se ti fa del male la smerdi totalmente”, “Strano che lei non si preoccupi di tutte queste cose”.
Tibusche stesso scrive alla Sarti: “Prima che tu faccia la denuncia ci sono molte cose di cui dobbiamo parlare. Ricordi i 4.000 euro per i video-controlli di Dedo e Luca?”. La Sarti risponde “Non c’entrano nulla”.
E lui: “C’entrano, tu hai preso una posizione di guerra e io mi devo difendere ora”. Strano che le Iene non abbiano colto i toni dal sapore vagamente ricattatorio.
Strano che, sapendo bene che alla fine quelle foto e quei video sono girati ovunque – guarda caso – in questi giorni, ai moralizzatori incravattati non sia venuto in mente che al di là di chi quei video li abbia diffusi (su questo non v’è certezza), è evidente che la Sarti sia vittima di un gioco schifoso e devastante.
Eppure, giorni fa, proprio con Filippo Roma la Sarti piangeva al telefono chiedendo di essere lasciata in pace.
E se lei cadesse in depressione? Se si facesse del male?
“Il mistero sui filmini a casa dell’onorevole continua!”, chiude l’inviato.
Come fosse una soap, mica la vita di una donna umiliata nel suo intimo.
A “OTTO E MEZZO”, va in onda una scena ancora più inquietante.
Paolo Mieli racconta che ha quelle foto “conservate”sul telefono e che gliele hanno inviate gli amici.
Così, come se inviare foto intime diffuse senza il consenso dell’interessata non potesse costituire un reato o non fosse un’evidente violazione dell’intimità altrui.
Si discute quindi dei pericoli della democrazia sul web, di come il caso Sarti sia una specie di contrappasso per il 5 stelle e Mieli afferma “È come se qualcuno stesse dicendo ai 5 stelle “Avete voluto questo mondo selvaggio? Ecco, è capitato a una di voi!”.
“Una di voi che da quello che sappiamo ha messo delle telecamere in casa”, commenta la Gruber.
Nessuno che dica “Qui si sta umiliando una donna, non parliamo di questa schifezza pruriginosa, cancelliamo quelle foto dai telefoni e speriamo che la Sarti denunci!”.
No, è che i 5 stelle volevano la trasparenza. Se poi qualcuno ha capito che volevano i muri trasparenti in camera da letto amen, mica ci indigniamo. Ci facciamo un programma.