di Andrea Scanzi per Il FQ, 20-8-19
Oggi, al Senato (non) si risolverà la crisi più idiota del mondo. Una sola cosa è certa: qualora M5S e Pd – featuring LeU – optassero per un governo di scopo con pochi e chiari obiettivi, dovrebbero convergere come un sol uomo sull’unico presidente del Consiglio del futuro: Gozi, Sandro Gozi.
Questo supereroe è stato ciclicamente nonché vilmente criticato da una stampa cinica e bara, insensibile all’altissimo lignaggio intellettuale di cotanto Big Jim del renzismo. È vero, forse qualche sciocchezza l’ha fatta pure lui, ma ciò denota modestia e abnegazione: sbagliando, Gozi si finge infatti fallibile. Dunque a noi simile. Errando, egli nega cioè la sua natura di prescelto illuminato: che umiltà!
Nato 51 anni fa a Sogliano al Rubicone, splendido borgo noto anche per le fosse entro cui affinano nobili formaggi (e cadono forse da piccoli futuri politici), Sandro Gozi è ora responsabile degli Affari europei nel governo francese, dopo avere rivestito analogo ruolo da noi. Egli ha guadagnato tali galloni con imprese titaniche.
Fu incapace di trovare 95 firme per candidarsi alle primarie Pd nel 2012.
Venne trombato alle Politiche 2018 nostrane.
Ed è stato di nuovo giubilato a marzo in Francia. Un genio contemporaneo senza pari, dotato del carisma dei gerani e della baldanza dei pioppi.
TUTTO QUESTO era già più che sufficiente per varcare le porte della percezione, ma Gozi è andato oltre.
Primato Nazionale, organo di stampa vicino a CasaPound Italia, ha pubblicato giorni fa una foto degli anni 80 che ritrae l’implume Gozi con Giorgio Almirante in visita a Cesena. Perché Gozi era lì?
Perché faceva parte del Fronte della Gioventù. Da ragazzo, il camerata Sandro era dunque un ardito nonché fervente balilla romagnolo: un ottimo apprendistato per chi, oggi, pretende di incarnare la “sinistra riformista”.
Mitologica la giustificazione del Gozi: “Il mio migliore amico era il segretario locale del Fronte della Gioventù” (quindi, se il suo migliore amico fosse stato Himmler, Gozi avrebbe invaso la Polonia). “Venivo da una famiglia di centrosinistra e il mio fu un atto di ribellione” (farsi una bella canna, no?).
“Ci ho messo molto poco a capire che quella non era la mia strada. Mi sono avvicinato un po’per amicizia e un po’per curiosità ma ho subito capito che non era roba per me. Il mio primo voto fu infatti per il Pri” (la qual cosa, a ben pensarci, è un ’aggravante).
“D’altra parte mi pare che Salvini frequentasse il Leoncavallo” (per giustificarsi, Gozi si paragona a Salvini. Forse per vincere facile, o forse per creare un parallelismo con un politico che con la sinistra non c’entra nulla. Proprio come lui).
Gozi ha anche detto che al tempo aveva 16 anni: “Fu un atto di ribellione” (come no: essere fascisti a 16 anni è un po’ la ribellione che tutti hanno in mente quando immaginano un mondo migliore).
In realtà, stando sempre a Primato Nazionale, che ha pubblicato il registro dei tesseramenti del centro provinciale del Fronte della Gioventù di Forlì, la data indicata sui fogli riguardante Gozi è “anno 90”: e al tempo il nostro garrulo Sandro aveva 22 anni, non 16.
Le fonti parlano poi di un’“ adesione partecipata dal 1984 al 1987” e di una elezione nel consiglio d’istituto del Liceo classico ‘V. Monti’di Cesena, avvenuta dopo la candidatura nella lista Fare Fronte.
Quindi Gozi non avrebbe certo “capito subito che non era roba per me”. Per carità, nulla di gravissimo: a 20 anni c’è chi fa il fascista, chi ascolta Sfera Ebbasta e chi legge Friedman.
Ognuno ha le sue perversioni. Il guaio, forse, è quando crescendo non migliori. Anzi.