Luciano Odorisio, Politica

Salvini (come Cetto) è il popolo. Che avrà sempre più fame

di ALESSANDRO FERRUCCI per Il FQ, 8-8-19

Cetto la Qualunque, sembra Cetto. 

Anzi lo ha superato: è uno degli infiniti commenti su internet dedicati a Matteo Salvini. C’è di tutto in Rete, come sempre. Ma Cetto è piatto, neutro. Constata. È vero. 

LA MASCHERA pensata pochi anni fa da Antonio Albanese allora sembrava lontana dalla realtà, o meglio: era una realtà accentuata, appena oltre il confine della verosimiglianza, con basi solide rispetto alla quotidianità politica. 

Nel frattempo Silvio Berlusconi aveva già picconato certezze e regole, o la certezza delle regole, si era già abbassato al livello del popolo, salvo poi salire sul predellino per ottenere visibilità. 

Berlusconi però era “stra”, ed è, straricco, ville e yacht, donne e feste, successo e televisioni. Comunque irraggiungibile, anche se dimostrava di abbassarsi. Salvini no. 

Lui è sceso realmente, lui è del popolo, il popolo lo conosce, respira la sua aria, si bagna nello stesso mare, ha voglia di fuggire dal posto fisso e dagli uffici, giusto lavorare dal mare e ribaltare il concetto di pausa: la pausa è l’impegno. E gode. 

Sì, lui è il popolo. 

È eletto dal popolo, e quando può e anche quando non può lo ricorda a tutti, lo manifesta e lo afferma con maniera dura, con il pugno sulla scrivania. Quale scrivania? 

Anche il bancone di un bar, ancora al mare, al sole, in spiaggia, con alcol e cubiste pronte a ballare l’inno di Mameli. Lui è il popolo! Quindi giusto scroccare una moto d’acqua, giusto regalare una gioia al figlio (“colpa di papà”), giusto mangiare a tavola con la pancia di fuori. Lui è il popolo. 

CON UN ENORME però. 

I politici del passato, e in questo caso non conta appartenenza o capacità, restavano su un altro livello a prescindere da successi e truffe, da accordi, accordicchi, imbussolamenti e affini. 

Loro davano la mancia al popolo, e il popolo lo mantenevano a debita distanza dal morso. Non si facevano toccare, certificavano una presunta superiorità intellettuale e politica, una presunta superiorità morale e immorale. 

Salvini no, è sceso fino alla pancia, non obbliga a utilizzare il cervello, basta la parte centrale del corpo; non obbliga a ragionare, a mettersi in discussione, magari a vergognarci dei nostri istinti, a tenere a bada quegli istinti. 

Lui no, può tutto. 

Può rivendicare i 49 milioni di euro, andare in Russia senza amore, scrivere tweet infondati dopo un omicidio, insinuare molestie sui bambini da parte di un giornalista e solo perché lo ha pizzicato. 

Sì, lui può. Lui è il popolo. 

Ma attenzione, il popolo è volubile in assoluto, ma quello senza testa, quello d’istinto, lo è senza alcun appiglio con la realtà: basta un attimo ed è pronto a incazzarsi e voltare le spalle, ad azzannare il proprio rappresentante che ha tradito. 

Perché le regole adesso sono nella pancia cieca, e quella pancia ha fame. E non si sazia più tanto facilmente.

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