di G. Roselli per Il FQ, 22-6-19
Nemmeno il tempo di vedere Virginia Raggi tagliare in affanno il terzo anniversario del suo mandato in Campidoglio – tra rifiuti in strada, autobus che circolano a singhiozzo, attacchi da parte del centrodestra ora a trazione leghista e inviti a fare un passo indietro dalle colonne del Messaggero– che il Pd romano ha rispolverato il suo colpo preferito: l’autolesionismo.
In uno dei quattro Municipi cittadini governati dal centrosinistra, il terzo, ovvero la zona del Salario, su un emendamento in consiglio municipale i dem hanno votato insieme nientemeno che alla Lega e a Fratelli d’Italia, in aperto disaccordo con le scelte della presidente Giovanni Caudo.
URBANISTA con lunga esperienza nell’h o using sociale, docente universitario, Caudo è stato l’assessore in materia della giunta di Ignazio Marino, defenestrta proprio con le dimissioni in massa dei consiglieri Pd ad ottobre del 2015.
Da qui la profonda amarezza del minisindaco che deve aver provato una sensazione di dejà vù.
Dopo il voto in assemblea municipale Caudo ha ammesso sconsolato: “È l’ulteriore dimostrazione dell’atteggiamento di chi intende la politica in modo asfittico, non in grado di accogliere il bisogno di prendere parola, di partecipazione e di coinvolgimento che si respira nella Città”.
Poi l’affondo: “Si tratta di un atto politico ostile nei confronti del presidente e della sua giunta”.
A CAUSARE il voto contrario una divergenza tutto sommato confinata ad una vicenda locale: i servizi da prevedere all’interno della Casa dei Diritti e delle Differenze di Genere appena autorizzata dal Municipio.
Oltre al consultorio e ai progetti a sostegno delle donne e dei minori, il presidente e la giunta avrebbero voluto dedicare parte degli spazi anche all’inclusione sociale. I requisiti di accesso ai bandi per l’assegnazione dei servizi sarebbero stati all’origine dello scontro.
C’è chi ipotizza, però, che il Pd territoriale abbia voluto mandare un messaggio a Caudo, considerato da alcuni esponenti troppo schierato su tematiche di sinistra e vicino ad una serie di assessori provenienti dalla società civile, a partire da quello alla cultura, l’intellettuale Christian Raimo.
Una crisi che si apre ad appena un anno dalle elezioni municipali, arrivate dopo che i 5 stelle avevano sfiduciato la loro presidente, Roberta Capoccioni,