Roberto Fico:“Acqua pubblica, nessun pasticcio M5S è No Tav: niente referendum”
“Se il tempo è fatto anche di cerchi che si chiudono, Roberto Fico ne rincorre uno che è la sua storia. Perché il presidente della Camera è lo stesso militante che nel 2005 si fece fotografare accanto a un cartello:
“L’acqua in questa fontana deve rimanere pubblica”. E indosso aveva un
gilet giallo. Quasi 14 anni dopo, Fico attende l’approvazione a Montecitorio della legge su ll’acqua pubblica, per lui “fondamentale”.
E il filo rosso resta quanto disse nel discorso di insediamento: “Il mio impegno nella vita pubblica è iniziato dalla difesa del territorio e dei beni comuni”.
Il Comitato popolare in difesa dei beni comuni lancerà una raccolta di firme sulla legge di iniziativa popolare per tutelarli, pensata da Stefano Rodotà. Ma ha ancora senso parlarne, o sono termini e concetti novecenteschi, da vecchia sinistra?
Sono concetti più attuali che mai, perché i beni comuni sono essenziali per la vita e lo sviluppo dell’essere umano.
E tutelarli è quanto mai urgente, in un mondo che guarda alle privatizzazioni a tutto campo, e che in nome di un certo di sviluppo economico vuole bruciare tutto.
Un mondo che va a destra?
È un sistema fondato sul consumismo esasperato e su sensazioni superficiali.
È il tutto e subito del neo-liberismo.
Ma come si tutelano i beni di tutti, nei fatti?
I punti fondamentali da sviluppare sono due: innanzitutto il modello di governance, ossia come gestirli, con decisioni partecipate.
E poi va definito il principio, magari mettendolo in Costituzione, secondo cui sui beni comuni non si può fare profitto, se non quello derivante da una gestione sana, da reinvestire per la collettività I promotori del comitato vorrebbero creare “un ’i nfrastruttura di democrazia d i re t t a ”.
È la via giusta? Per me la democrazia diretta non può sostituire quella rappresentativa. Piuttosto, penso alle due forme come vasi comunicanti.
E penso che, man mano che si consultano in via diretta i cittadini, sia necessario dare loro modo di informarsi, ossia di avere la conoscenza per deliberare.
Per Davide Casaleggio, che controlla la piattaforma web del M5S Rousseau, “il superamento della democrazia rappresentativa è in evitabile” e presto “le Camere non saranno più necessarie”.
Credo che da qui a un prossimo futuro sia molto meglio dare ai cittadini strumenti di scelta. Parliamo di modelli di democrazia che possono integrarsi, senza pensare a una sostituzione.
M5S e Lega sembrano aver trovato un punto di caduta su un quorum del 25 per cento per il referendum propositivo. Che ne pensa?
Si sta lavorando nelle commissioni, e io da presidente della Camera rispetto questo lavoro. Mi preme che si creino strumenti di partecipazione, come assemblee di quartiere o nelle municipalità, o come il bilancio partecipativo.
Appena eletto lei disse: “La mia presidenza è legata all’approvazione della legge sull’acqua pubblica”.E a fine mese se ne discuterà alla Ca mera .
È fondamentale che venga approvata un’ottima legge sul tema, senza alcun compromesso al ribasso. Privatizzare l’acqua è come privatizzare l’aria: su ciò che serve per vivere non si può fare profitto.
E se non fosse una buona legge?
Sarebbe un notevole problema politico. Deve essere la migliore legge possibile. Luigi Di Maio ha detto di voler creare un gruppo in Europa che sia “la grande famiglia della democrazia diretta”. È la rotta giusta? La democrazia diretta non è l’unico tema. Ci sono le questioni ambientali, il modello di lavoro del futuro, il reddito di cittadinanza universale. Il discorso è lungo e va ancora sviluppato.
Ha suscitato molte polemiche l’accordo in via di definizione del M5S con il gruppo polacco di estrema destra Kukiz ’15, antiabortista.
È chiaro che creare una piattaforma condivisa può diventare complesso con una distanza su un tema così importante come i diritti civili, acquisiti con tante battaglie.
Di Maio vuole parlare ai Gilet gialli. Lei che idea si è fatta del movimento, noto anche per fatti violenti?
È un fenomeno troppo recente per fare un’analisi consistente, si muove con velocità. Mi interessa la sua evoluzione. Poi il rapporto tra i Gilet e il governo è una vicenda interna alla Francia.
Ma hanno peso elettorale?
Questo lo decideranno i cittadini francesi. A mio avviso se si candidassero nel breve periodo avrebbero molti problemi di organizzazione interna. Potrebbero avere davanti un percorso più lungo.
Sabato a Torino sono di nuovo scesi in piazza per il sì al Tav. E la Lega spinge per un referendum .
Bisognerebbe innanzitutto chiarire di che tipo di referendum parliamo. E comunque per la Costituzione per indirne uno servono 500mila firme, e se accadesse non avrei nulla da dire. Piuttosto avrei da dire se il Movimento appoggiasse un referendum sul Tav, questione che non ha mai lontanamente posto. Il M5S è costituzionalmente contrario a quest’opera. Ricordo che la prima riunione nazionale dei meet up venne fatta nel 2005 a Torino, per unirsi alla protesta dei No Tav.
Il sì al referendum sarebbe un grande problema.
In questi 14 anni non è mai stata ventilata una posizione del genere. Il Movimento si era preso la responsabilità di annullare l’opera, in quanto la riteneva un’involuzione e non un progresso dopo aver analizzato di tutto e di più sul Tav.
Sabato a Napoli ha visto a teatro Beppe Grillo, che dal palco le dettò: “I ricordi più belli del Movimento li ho con t e”. Siete pronti all’asse per riprendervi il Movimento?
(Sorride, ndr) Io l’asse con Grillo ce l’ho dal 2005, perché assieme abbiamo costruito il M5S. E dopo tanti anni siamo ottimi amici.
Ma Grillo ha ancora un ruolo di peso nel Movimento?
Beppe è un grande motore di idee, uno che vede il futuro. È Beppe Grillo.
di Luca De Carolis per Il FQ