Stralcio di un articolo di L. De Carolis per Il FQ, 8-6-19
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E il riferimento al contratto da rivedere è un bacio al curaro.
NEL FRATTEMPO però voci e condizionali hanno già aperto una nuova faglia dentro il M5S del 17 per cento. “Se ci saranno tagli alla Sanità mi dimetterò, non parteciperò all’ennesima mannaia sulla salute pubblica” avverte la ministra alla Salute Giulia Grillo: decisa a vendere cara la pelle, perché sa che Di Maio il suo ministero vuole cederlo alla Lega.
Ma a forte rischio c’è anche Danilo Toninelli, proprio l’ex capogruppo che assieme alla Grillo accompagnava Di Maio nelle consultazioni al Quirinale per formare il governo. Ora è il titolare delle Infrastrutture, cioè il ministro che deve gestire la bomba del Tav.
Però presto potrebbe essere una rogna di qualcun altro, sempre del M5S, perché in questo caso il capo pensa a una rotazione interna. E il primo nome in lista è quello di Stefano Patuanelli, capogruppo in Senato molto stimato dai colleghi, ingegnere.
Però potrebbe essere un azzardo toglierlo da Palazzo Madama, dove la maggioranza si regge su numeri stretti e il M5S ha in pancia dissidenti come Paola Nugnes e Elena Fattori.
Non bastasse questo, c’è la paura dei sottosegretari. Come anticipato dal Fatto, per la prossima settimana è in arrivo una graticola, ossia un confronto tra loro e i parlamentari, nel quale tutti i sottosegretari del M5S dovranno spiegare nei dettagli quanto fatto nel primo anno di governo.
E sguardi e giudizi degli eletti peseranno sulle sentenze del capo, di Di Maio, che deciderà se e chi rimuovere: e ai piani alti raccontano di almeno 5-6 sottosegretari in bilico. Ma del rimpasto il capo politico, Conte e Salvini discuteranno in un vertice a tre, previsto per lunedì.
Nell’attesa, trabocca la rabbia della Grillo. Ieri mattina è stata difesa dal fondatore, Beppe Grillo, che ha rilanciato sul blog una lettera in cui la ministra racconta di “una nostra risoluzione per la trasparenza sul costo dei farmaci, adottata da 194 Paesi”.
Un chiaro segnale, notato dai big del Movimento. “Ma anche diversi parlamentari si sono schierati con lei” sostiene un eletto a lei vicino. Insomma, Grillo non ha alcuna voglia di farsi da parte.
PIÙ O MENO come Toninelli, che forti voci ieri sera davano come pronto a dimettersi all’inizio della prossima settimana. Ma ufficialmente il ministro fa spallucce: “Su di me ci sono dibattiti che rigetto senza ascoltarli”, scandisce a Radio Anch’io.
E su Facebook si palesa con una diretta in cui “fa il punto” sul dossier delle grandi navi a Venezia.
“Toninelli? Non chiedo la testa di nessuno” giura Salvini, che invece invoca un sostituto per Paolo Savona alle Politiche Ue: “Chiederò al premier che venga nominato il prima possibile”.
Ieri i 5Stelle sussurravano: “Salvini ha buttato lì il nome di Alberto Bagnai”, ossia del presidente della commissione Finanze del Senato.
Ma pare una suggestione. Mentre è concreto il fatto che la Lega non ambisca alla Salute, difficile da gestire, e punti piuttosto a prendersi il ministero della Difesa, quello di Elisabetta Trenta, “ perché così chiuderebbe il cerchio sulla sicurezza”.
Però Di Maio l’ha blindata e terrà il punto, giurano, anche nel vertice di lunedì prima del Consiglio dei ministri.
E a occhio sarà una partita a scacchi.”