intervista di Lorenzo Giarelli alla ex-segretaria del PD di Viterbo, Martina Minchella, renziana doc, Il FQ, 9-7-19
Le correnti stufano, i tempi cambiano, la Lega vince. Urgono rimedi, anche drastici. Per informazioni chiedere a Martina Minchella, ex segretaria del Pd di Viterbo – renziana doc e già legata a Beppe Fioroni – che ha appena lasciato il partito e si prepara a un approdo sulla sponda leghista.
Con tanti saluti all’opposizione, a Zingaretti, al ditino alzato di Orfini sopra la Sea Watch. Qui ci vuole un po’di pragmatismo: “Salvini è un vero leader, a dirlo sono gli italiani”.
Martina Minchella, davvero passerà dal Pd alla Lega?
Se me lo proporranno valuterò. Ma prima del matrimonio c’è il fidanzamento, e prima ancora il corteggiamento.
È lei che corteggia?
No, preferisco essere corteggiata.
Salvini la affascina?
È un vero leader, ma a dirlo non sono io, sono i cittadini. Di sicuro trasmette senso di unità e di appartenenza, ci si sente parte di una comunità, cosa che nel Pd è mancata in questi anni.
Colpa dalle correnti?
Il mio addio è dovuto a dinamiche nazionali e locali. Si è arrivati a un punto in cui non si parla più di temi, ci si guarda solo la pancia senza più sapere come arrivare ai cittadini. Non era più sostenibile.
Dopo il 4 marzo avete aspettato un anno prima di riorganizzarvi .
Chi ha il coraggio di dimettersi vada apprezzato. Il fatto che Renzi si sia fatto da parte dopo il 4 marzo è stato un segno di grande generosità nei confronti del Pd. Dopotutto diventa anche difficile andare avanti mentre la ditta spara continuamente su di te.
Dunque Salvini. Ma lei non era di sinistra?
Capisco chi appartiene a una generazione precedente, ma alcuni concetti di destra e sinistra oggi sono sfumati. Bisogna capire come evolvono i tempi, non si può parlare di lotta di classe.
Però si può parlare di migranti.
Sul caso Sea Watch ho trovato assolutamente fuori luogo la raccolta fondi organizzata dal Pd laziale. E neanche ho gradito la passerella dei deputati a bordo. Non amo l’ipocrisia e il buonismo sciatto. Non è normale che la sinistra sostenga le Ong? Sono crisi per cui si devono muovere istituzioni internazionali, qualcuno che si prenda la responsabilità a livello comunitario. Non c’entra niente Orfini.
Ci pare di capire che non sia una fan di Carola Rackete.
C’è una legge che va rispettata. La legalità ha un suo valore e gli italiani la percepiscono come prioritaria. E io sono d’accordo.
Anche sulla stretta contro le Ong del decreto Sicurezza?
Non riusciamo ad accogliere tutti. Se esistono situazioni percepite come un’emergenza c’è bisogno di trovare soluzioni rapide.
Così non si mettono gli ultimi contro i penultimi?
La guerra tra poveri la crea chi vuol fare entrare tutti, non chi vuol mettere delle regole.