Luciano Odorisio, Politica

Reimparare ad essere sinistra di Pina Fasciani

Sinistra : Rinascere come?

Ieri a Roma, come sapete, si è tenuta l’assemblea aperta nazionale di Articolo 1 MdP. Un movimento nato da una costola del PD a cui ho aderito dopo aver deciso di uscire dal PD nel 2015. Quel movimento è nato per raccogliere i “silenziosi abbandoni” di tanti che, come me, sentivano fortemente, già da allora la mutazione di quel Partito.

Le scissioni sono sempre dolorose lo sappiamo, ma le ragioni erano scritte nelle cose, in quelle politiche del governo a trazione renziana che hanno portato la sinistra alla sconfitta regina del 4 marzo, dopo una lunga serie di sconfitte che ha dilapidato un patrimonio.
Qualcosa di quel patrimonio andava salvato.

Quel movimento doveva tramutarsi subito in un Partito, aprire una fase Costituente e darsi organismi dirigenti democraticamente eletti.
Così non è stato, si è atteso che maturassero altre condizioni per tentare di aprire un processo più largo e inclusivo. La vicenda Pisapia la ricordiamo tutti. Il risultato è che quel Partito non è nato .

Poi sono arrivate le elezioni politiche e Articolo 1 insieme a SI e Possibile ha costruito il cartello elettorale LeU. Una compagine costruita in emergenza, con leader in emergenza.

Ne è seguita una campagna elettorale improvvisata e confusa.
Non voglio qui riaprire la discussione sulla formazione delle liste l’abbiamo già fatta.
Poi il voto, la sconfitta, nostra, del PD, di PaP, di tutta la sinistra.

Dalla sconfitta del 4 marzo poi è intervenuto il silenzio.
Sono tutti precipitati nel mutismo. Ognuno è tornato a casa propria a leccarsi le ferite. Al Paese da due mesi non parla nessuno .

Mutismo politico intendo, silenzi
da una parte, aventinismi dall’altra.
La sinistra disintegrata, non più protagonista, ma corpo inerme nello scenario politico.
…..
Ieri, dicevo, la prima Assemblea di Articolo 1 dopo quel voto. Un primo tentativo di ripresa di parola.
Non serve dire che lo facciano tardi, non serve dire e raccontare la delusione e la rabbia, che c’è e è tanta, serve dire come si rinasce.

Ho apprezzato la relazione di Speranza, in cui si sono declinati i contenuti, fatta autocritica, chiesto scusa per il colpevole ritardo, ma soprattutto per la volontà riconfermata di partire subito per la costruzione del Partito.
Dal 26 maggio partirà la fase congressuale. Chi si autoescludera’ lo vedremo presto.

Io penso che darsi un soggetto legittimamente eletto sia necessario, con organismi e gruppi dirigenti definiti dal voto degli iscritti, ma non penso sia sufficiente.

Se la sinistra non ritrova le ragioni del suo essere, in un mondo mutato, e non riparte lì dove i conflitti esistono non andrà lontano.

Abbiamo perso l’abitudine a fare politica senza gestione del potere, abbiamo pensato che la gestione del potere potesse sostituire la politica, abbiamo sbagliato.

Per questo ci ritroviamo senza parole, e quelle che diciamo non fanno presa, anzi sono acqua fresca sullo sfarinamento esistente.

Per ricostruire non servono più operazioni verticistiche, chiuse tra quattro mura , tra gruppi dirigenti invischiati in storie incomprensibili ai più. Serve rigenerarsi e ribaltare il paradigma.
Non è Roma che rigenererà la sinistra, è la vita concreta delle persone in carne e ossa a ridarci un senso, è farsene interpreti raccogliendo i loro bisogni e collocandoli in una prospettiva politica. Da lì si riparte per nuovi modelli di rappresentanza e selezione dei nuovi gruppi dirigenti.

Sarà un lavoro duro, ci costrigera’a superare pigrizie, intellettuali e materiali, avremo bisogno di studiare, approfondire e nello stesso tempo a lottare.
Dobbiamo reimparare a essere la sinistra, altro che pop corn.

Pina Fasciani

Pina Fasciani
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