Luciano Odorisio, Politica

RAI: Telefonate a Fazio contro l’invito a Di Maio

Stralcio da un articolo di G. Roselli per IlFQ,11-4-19

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Il leader del M5S ha parlato di campi rom, ha escluso un aumento dell’Iva e anche l’introduzione di una patrimoniale. Fin qui tutto normale, anche perché non siamo ancora in regime di par condicio per le Europee. 

A non essere tanto normale è invece una telefonata partita dai piani alti di Viale Mazzini qualche giorno prima, tra venerdì e sabato, proprio a Fazio e anche al direttore del Tg1 Carboni, dopo che è stata resa nota la scaletta del programma. 

Un colloquio in cui un alto dirigente Rai, come riportava ieri anche il sito Dagospia, avrebbe tentato di convincere il conduttore a declinare l’invito al ministro del Lavoro. Una conversazione dove si è fatto notare se fosse proprio il caso, a un mese e mezzo dalle Europee, di avere ospite Di Maio e se, nel caso, si fosse pensato a un riequilibrio nella settimana successiva con un ospite leghista. 

E, dato che Salvini da Fazio non ci va, se non fosse il caso comunque di evitare l’ospitata di Di Maio. Non una telefonata di censura, nemmeno un ordine perentorio, ma una sorta di moral suasionanche assai educata. 

Secondo le nostre fonti, il dirigente Rai in questione sarebbe Fabrizio Ferragni, capo delle relazioni istituzionali, persona che non ha alcuna delega su programmi, contenuti, palinsesti. Ex conduttore del Tg Lazio ed ex vicedirettore del Tg1, una vita passata nella tv pubblica, Ferragni all’inizio della sua carriera era considerato di area Dc e nel corso degli anni è rimasto sempre un perfetto uomo di centro, vicino a Casini, ma con buoni rapporti pure nel centrodestra forzista e nel Pd renziano. 

Fino alla svolta sovranista. Nella nuova Rai gialloverde, infatti, di lui si dice che sia molto apprezzato dalla Lega e dal presidente Marcello Foa. Quando Foa ha un impegno istituzionale, spesso ad accompagnarlo c’è Ferragni. Ed è farina del sacco di Foa la decisione di spacchettare la comunicazione, con la conferma di Ferragni. 

Con chi non aveva buoni rapporti, invece, è Mario Orfeo, di cui era vicedirettore al Tg1. E quando quest’ultimo passa alla direzione generale, gli preferisce, come suo successore, Andrea Montanari. RESTA da capire chi sia il mandante del tentativo di censura a Fazio e perché la questione non sia stata affidata a chi ne avrebbe competenza, ovvero la direttrice di Raiuno Teresa De Santis. 

L’operazione però fallisce, perché domenica sera il leader pentastellato si è accomodato tranquillamente negli studi di via Mecenate a Milano. E riequilibrare sarà difficile, perché è cosa nota che Matteo Salvini abbia escluso di andare ospite a Che tempo che fa. 

Troppi gli screzi tra i due e gli attacchi che il vicepremier leghista quest’anno ha riservato al conduttore, colpevole ai suoi occhi di invitare solo personaggi di sinistra, da Mimmo Lucano a Roberto Saviano, passando per Emmanuel Macron, che di sinistra non è ma di certo non sta simpatico alla Lega. 

Gli attacchi a Fazio in questi mesi sono arrivati anche dal cda. 

Giampaolo Rossi, consigliere in quota FdI, ha espresso critiche al programma. Un vero e proprio isolamento, quello di Fazio, tanto da ventilare l’ipotesi di un suo trasloco su Raitre nella prossima stagione, eventualità per il momento scartata ché lo spostamento sarebbe controproducente dal punto di vista economico per Viale Mazzini.”

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