Nonostante la Fornero, odiosa, che secondo me ha rovinato migliaia di famiglie, pubblico come al solito molto volentieri un “ragionamento” di Pina Fasciani proprio sulla ex-ministra che tanto pianse per…i lavoratori!
Ma Pina ha il dono della equidistanza, pur appassionata, riesce a “leggere” con lucidità ed intelligenza le “cose” del nostro paese, in questo caso anche la Fornero.
Ma ci tiene a precisare che lei comunque al momento della scelta sarebbe stata dalla parte dei lavoratori.
«Allora facciamo un po’ di ordine nel ragionamento sulla Fornero che , ieri sera, ha suscitato molti commenti critici a un mio post in cui affermo che la Fornero mi piace. Avete duramente commentato e criticato,
Ma ci sta il tema brucia ancora.
Cerco di rielencare i punti e per ogni punto vi dico cosa avrei fatto io. Al netto del fatto che non sono una economista , né una “tecnica” e per questo mi perdonerete.
1) il governo Monti nasce in emergenza per affrontare il profondo rosso. Nessuna forza politica era in grado di avere una maggioranza per formare il governo. L’urgenza di rispondere a uno spread alle stelle, a cui ci portò l’allegro governo Berlusconi insieme alla Lega, con l’apertura delle borse al cardiopalma, ogni lunedì, portò le forze politiche a convincersi sulla scelta di fare un governo tecnico.
Ciò comportò per le forze di sinistra presenti in Parlamento un coinvolgimento a priori rischiosissimo.
Io sarei tornata al voto.
Ma prevalse la linea della responsabilità difronte al Paese. Tema ancora frutto di analisi politica, come sapete.
2) oggettivamente, nel momento in cui, decidi di partecipare a un governo “incaricato” , e quindi non eletto, di prendere misure in emergenza per dare risposte immediate , partecipi alle “scelte” di quel governo che già sai saranno impopolari perché recuperare una massa di risorse in modo strutturale, devi necessariamente intervenire su “settori” strutturali del Welfare.
La previdenza è uno di questi.
Quel governo intervenne sulle pensioni toccando in particolare la generazione nata negli anni 1952, 53,54, procrastinando di colpo la loro permanenza al lavoro per 3/4/5 anni, senza nessuna gradualità.
Un colpo pesante .
La legge fu immediata, si approvò in due mesi per dare subito un segnale. In questa urgenza i più colpiti fu quella generazione e gli esodati.
Oltre al fatto che si passava al sistema contributivo.
Quindi una riforma che recupera ingenti risorse, strutturalmente, non una tantum. Io , come sinistra, non avrei accettato , avrei semmai fatto di tutto per introdurre alcuni correttivi , proposti da Cesare Damiano almeno per avere una gradualità e per gli esodati .
Avrei insistito anche al costo di far cadere il governo e tornare al voto.
3) la legge è stata una legge pesantissima. La sinistra ha pagato un prezzo pesantissimo. Ma qui , come dicevo prima, si apre la discussione nella sinistra tra chi sostiene che in caso di emergenza , per salvare il Paese, non bisogna fuggire dalle responsabilità, e chi dice che la sinistra non può operare scelte che puniscono duramente una parte del popolo, il tuo popolo.
Io in quel contesto , lo dico francamente, avrei avuto molti dubbi nella decisione, ma alla fine avrei scelto di non abbandonare quel popolo, almeno quella, parte e avrei chiesto il ritorno alle urne, sapendo però di abbracciare un percorso anche lì molto rischioso.
4) la ministra Fornero , partecipando a quel governo, partecipa a quelle scelte. Lo fa e sa che quella legge farà pagare un prezzo alto a molti. Le lacrime in pubblico ne sono la testimonianza.
È evidente che quelle lacrime sono vissute dalle vittime come una beffa, ciò non toglie che la persona Fornero è, proprio per questo, una persona intellettualmente onesta. Io al suo posto non mi sarei esposta e avrei lasciato a Monti l’incarico di spiegare pubblicamente la legge.
Almeno quello.
Ma io in generale mi sarei sottratta a tale compito perché io non potrei avallare mai una legge che colpisce duramente alcuni. Ma io sono di sinistra, non sono uomo/donna di Stato.
5) la Fornero viceversa ha , in quel contesto, assunto il profilo di donna di Stato, lo ha fatto coraggiosamente, consapevolmente, sapendo di assumersi una grave responsabilità.
Ne ha subito tutte le conseguenze.
Ieri sera , a ottoemezzo mi ha colpito una sua frase parlando di quella esperienza quando ha detto ” quella esperienza mi ha insegnato molto, non sul piano tecnico, ma sul piano politico” .
Come a dire un conto è la tecnica , su cui lei è indiscutibilmente brava, un conto è la politica, laddove la politica fa i conti con la realtà, con il consenso, con la vita delle persone, con i rapporti di forza , in cui bisogna interrogarsi sui confini tra tecnica e politica e sui confini tra ragioni di Partito e ragioni di Stato, tra giustizia sociale e impellenze economiche.
Insomma reputo la persona Fornero una donna non banale, che intendo conoscere, leggendo il suo libro.
E questo nessuno me lo può negare , né tantomeno sentirmi per questo meno di sinistra.
La conoscenza è di sinistra, per me e credo anche per voi.
Un abbraccio a tutti i critici.»
Pina Fasciani