di Pina Fasciani, 28-04-2021
Dentro e fuori il governo e la montagna di soldi in arrivo.
Le differenze tra il governo Conte e il governo Draghi sono varie .
Mentre il governo Conte era bombardato da fuori, oggi il governo Draghi è bombardato da dentro e anche da fuori.
Mentre il governo Conte trattava con l’Europa per avere cospicui aiuti per ricostruire il Paese nel post pandemia, riuscendoci, il governo Draghi si ritrova il piatto già pronto senza sforzo.
Mentre il governo Conte definiva le linee del Piano in largo anticipo in Parlamento, il governo Draghi lo fa in grande ritardo, dando la possibilità alla Meloni di farsi propaganda ancora una volta.
Mentre nel governo Conte si ribadiva la necessità di procedere a una riforma fiscale progressiva, il governo Draghi annuncia la riforma fiscale per luglio senza delineare i contorni. Vedremo.
Mentre il governo Conte ragionava su come qualificare l’intervento dello Stato in economia, il governo Draghi rilancia l’economia di mercato, libera da orpelli statali, tanto che Salvini arriva a dire che bisogna abolire il codice degli appalti. Vedremo sulle semplificazioni cosa avverrà.
Mentre il governo Conte ribadiva la necessità di combattere le ingiustizie sociali, a partire dal sud, il governo Draghi destina a questa parte del paese il 40% delle risorse, mantenendo di fatto il divario con il Nord. Per la discontinuità, tanto esaltata dai sostenitori di Draghi, in questo caso bisognava fare il contrario. Invece no.
Ci sono altre differenze, ma mi pare evidente che una è plateale, mentre la “visione” del governo Conte piegava più verso le fasce deboli, spezzando tradizionali “privilegi” e interessi consolidati, il governo Draghi ha un “visione” più aderente al sistema esistente magari oleandolo meglio con più rapida efficacia.
Naturalmente il Piano approvato ieri è una manna (grazie al governo Conte) , la montagna di miliardi (248) calerà sul Paese e produrrà sicuramente crescita, ricchezza e un nuovo boom economico. Così infatti fu con il piano Marshall, fondo istituito dagli Usa, per ricostruire l’Europa dopo il nazismo.
I fondi erano allora 17 miliardi di dollari, di cui 5 destinati all’Italia. Bastarono per ripartire e lanciare il boom economico. Non dimentichiamo che allora il suo accesso era condizionato alla esclusione dei comunisti al governo (voluta dal presidente USA Truman), come infatti fu.
Il resto fu distribuito a Nord prevalentemente con merci e macchinari, a Sud con i 2/3 dei fondi, in particolare in Sicilia e Calabria. (Fonti varie).
Oggi la pioggia di soldi arriverà e produrrà effetti importanti.
Mi auguro solo che quegli effetti serviranno a dare una svolta verso un Paese più giusto, senza più esclusioni (allora politiche) e sappia recuperare le diseguaglianze più che evidenti. Alcune non più tollerabili : la precarietà sul lavoro (scomparsa dai radar) , i bassi salari ( mai considerati) , il sud (già penalizzato) , l’evasione e l’elusione fiscale.
Accontentarsi del piatto di lenticchie ancora una volta sarebbe insopportabile.