Luciano Odorisio, Politica

Pietro Grasso, LeU, al senato: “…state trasformando il tempio della democrazia in quell’aula sorda e grigia, in quel bivacco di manipoli…”

L’intervento di Pietro Grasso (LeU) al Senato, 5-8-19: 

“Signor Presidente, onorevoli colleghi, ancora una volta questo Governo umilia il ruolo del Parlamento, ancora una volta ci costringe a ratificare un provvedimento – perché è questo che succederà, lo sappiamo tutti – senza poterlo realmente discutere.

Non vi è bastato lo scempio della scorsa settimana sul seggio siciliano vacante. Il passaggio in Commissione del decreto-legge cosiddetto sicurezza-bis è stato fugace e altrettanto succederà in questa sede, dove ovviamente metterete la fiducia. 

Testo blindato, emendamenti ignorati, il compito dei senatori si limiterà a timbrare – qualcuno felice, altri meno – il volere dei capi, anzi del capitano. Un passo alla volta state trasformando il tempio della democrazia in quell’aula sorda e grigia, in quel bivacco di manipoli evocato in un periodo di cui alcuni, anche qui dentro, provano nostalgia.

Eppure, colleghi della maggioranza, non voglio rinunciare alla possibilità di dirvi che questo decreto-legge rappresenta il punto più basso della vostra azione di governo, mi correggo, il più basso finora, tranne che non sia in preparazione un decreto sicurezza-ter con castrazione chimica e lavori forzati.

Non basta, infatti, aver messo qualche cosa buona come l’incremento delle risorse per i Vigili del fuoco o quelle relative alle operazioni sotto copertura. 

Non bastano le disposizioni – che in parte mi sento di condividere – sulle manifestazioni sportive. Nulla, davvero nulla può equilibrare i primi articoli del decreto-legge al nostro esame.

Introdurre il pagamento di una sanzione amministrativa fino a un milione di euro per chi salva delle vite umane in mare è contro il senso stesso di civiltà. 

È frutto del clima di odio che artatamente viene creato e alimentato. Sono atteggiamenti che l’umanità, purtroppo, ha già vissuto, che magari non si ripresentano nei medesimi termini ma sono riconoscibili e non meno dannosi.

Con questa logica avreste multato anche Giorgio Perlasca. Se ne sono accorti anche quei ragazzi di Palermo – ve li ricordate? – che cito solo per dire all’Assemblea che la famosa revoca della sospensione della docente, promessa a reti unificate, non c’è mai stata. 

Siamo bombardati da notizie, spesso false, che ci spingono all’odio. Molte di queste notizie sono sparate – non uso parole a caso – dai canali social del Ministro dell’interno, da quel numeroso staff della “Bestia” assunto al Viminale.

[…] Coloro che arrivano sono donne, uomini e bambini, che hanno bisogno di aiuto, che scappano da quei campi di concentramento in Libia, che dovrebbero essere chiusi oggi stesso – anzi ieri – dagli organismi internazionali. 

Scappano con traversate pericolose, che dovrebbero essere sostituite da corridoi umanitari. Questo sì che interromperebbe traffici e criminali. Al contrario, si preferisce perseguitare chi, supplendo al ruolo degli Stati e dell’Unione europea, si adopera per scongiurare sciagure e morti.

Muri, steccati e sanzioni non funzionano e non aumentano la sicurezza. Chiudere i centri e buttare la gente per strada non funziona e non aumenta la sicurezza. 

Indicare sempre come nemico chi sta peggio, basare il proprio consenso sulla paura dell’altro è un modo di pensare che speravo fosse scomparso dalla mentalità degli europei, ma sembra non essere così. Su queste basi però il consenso si sgonfierà presto, lasciando macerie sul nostro tessuto civile e umano. 

Non vi accorgete anche voi che gli animi sono troppo agitati? Non vi spaventano i video di chi si improvvisa controllore sui treni contro gli stranieri o le urla sulla banchina ad una giovane donna, come la capitana Rackete? 

Gli insulti e le minacce sui social? Le sassate ai lavoratori in bicicletta in Puglia? Questi sono gli effetti che la propaganda del Ministro della paura ha sulle persone.

Il nostro Paese ha sottoscritto convenzioni internazionali, dalle quali non si può prescindere. Quanto stabilito dalla Costituzione non si può modificare con un decreto-legge e, soprattutto, in mare vige la legge del mare. 

Ve l’ha spiegato con parole chiarissime un pescatore di Sciacca, qualche giorno fa, se solo aveste la capacità umana, prima che politica, di ascoltarlo. Egli ha detto: «Possono fare tutti i decreti sicurezza che vogliono, mettere tutte le multe possibili e immaginabili, sequestrarci la barca. 

Noi non siamo ricchi, siamo dignitosamente pescatori e sottolineo dignitosamente. Conosciamo una sola legge, quella del mare e non lasceremmo mai nessuno alla deriva. Lo facciamo perché siamo uomini». 

E ancora (voglio che queste parole risuonino in quest’Aula, a futura memoria): «mi chiedo se solo uno dei nostri politici abbia mai sentito nel buio della notte, nell’enormità del mare, levarsi delle grida d’aiuto disperate. Noi sì». 

Non si può criminalizzare, come si sta tentando di fare, il soccorso in mare. Non si può instillare il dubbio, in persone come queste, che salvare sia un reato.

Questo decreto traduce in norme i tweet di Salvini: avete fatto dei post Facebook una fonte del diritto! Esercitate davvero le vostre responsabilità e, magari, fate anche le vostre politiche, che non condivido, ma con gli strumenti della diplomazia, del diritto e della normativa internazionale. 

Altrimenti, se ne avete la forza, cambiate tutto. Ma appena varcate i confini, come ormai è evidente anche a voi stessi, con questi metodi non avete peso sullo scacchiere europeo. Siete ridicoli su quello internazionale. 

Come Arlecchino, provate a servire tutti i padroni e, come Arlecchino, vi presentate sempre col cappello in mano, in Russia, negli Stati Uniti, persino in Marocco.

Questo decreto, soprattutto i primi articoli, va contro le norme internazionali, contro la Costituzione, contro i principi stessi della Dichiarazione universale dei diritti umani. 

Se solo vi riprenderete dalla sbornia del consenso, difficilmente riuscirete a prendere sonno”.

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