NUOVO SCONTRO nel Pd.
Il tesoriere del partito, Luigi Zanda ha espresso il suo dissenso rispetto alla decisione del gruppo dem di non uscire dall’Aula al Senato al momento del voto sulla mozione No Tav presentata dai grillini.
“Sono a favore dell’opera ma uscire sarebbe stato più utile perchè poteva aiutare a far emergere con più forza l’incompatibilità ormai conclamata tra Lega e M5S”.
Una critica alla gestione dei senatori, già messa in discussione nei giorni scorsi da altri esponenti del partito tra cui Carlo Calenda. Ma imposta dal capogruppo di Palazzo Madama, Andrea Marcucci, accusato indirettamente da Zanda di subire l’influenza di Matteo Renzi.
“Non ci metteremo nella condizione di essere accusati di non volere la Tav”, ha spiegato prima del voto l’ex segretario oggi senatore semplice che però non rinuncia a far pesare la sua influenza sui parlamentari che ancora si riconoscono nella sua leadership.
E che ovviamente attaccano il braccio destro del nuovo segretario Nicola Zingaretti.
Per Ernesto Magorno l’atteggiamento di Zanda è “vergognoso”.
“Sono irrecuperabili” ha chiosato Luciano Nobili.