Luciano Odorisio, Politica

Pareri su PD-M5S di Stefano Feltri, Massimo Fini e Antonello Caporale

da Il FQ, 20-8-19

STEFANO FELTRI 

Il risultato del 2018 va rispettato: si cerchi un’intesa in Parlamento 

Immaginiamo che si vada a votare quando sogna la Lega, a metà ottobre. Quale sarebbe la posta in gioco? Far governare Matteo Salvini o provare a fermarlo. Ma, in un sistema proporzionale, l’unica alleanza alternativa alla destra verrebbe dichiarata soltanto dopo il voto e dopo altri estenuanti negoziati: Pd-M5S. 

Ma quella maggioranza Pd-M5S c’è già ora. 

È meno legittima di quella Lega-M5S? 

Nessuna delle due è stata prospettata agli elettori che hanno votato a marzo 2018: abbiamo votato un Parlamento, quello attuale, che non può essere rottamato solo in virtù di sondaggi diversi dal voto del 2018 o da elezioni non omogenee. 

Il voto del 2018 va rispettato: abbiamo scelto parlamentari che, come previsto dalla legge elettorale, avrebbero poi cercato di costruire in Parlamento una maggioranza. 

Meglio testare Pd-M5S subito. 

Se non reggeranno, allora nuove elezioni saranno davvero l’occasione per cambiare l’offerta politica. Che vinca Salvini o qualche nuova formazione nata sulle macerie dei vari fallimenti. 

MASSIMO FINI 

Non serve neanche un contratto: Pd e M5S non sono così diversi 

La soluzione migliore e costituzionalmente ineccepibile sarebbe la caduta del governo Conte e la formazione di un governo di legislatura M5S-Pd. 

Perché se la Lega è dominante in Europa, in Italia ha solo il 17 per cento mentre i 5 Stelle hanno più del 32 e il Pd più del 18, per cui ci sono tutti i numeri per formare un governo. 

Questa maggioranza sarebbe molto più coerente di quella fra 5 Stelle e Lega perché i grillini hanno sostanzialmente un programma sociale che non dovrebbe dispiacere al Pd se in questo partito è rimasto qualcosa di sinistra. 

Non ci sarebbe nemmeno bisogno del “contratto di governo”, il marchingegno cui 5 Stelle e Lega sono stati costretti tanto distanti erano le loro posizioni su molti punti. 

Il nuovo esecutivo giallo-rosso si presenta alle Camere, ne ottiene la fiducia e poi governa. 

Gli aspetti del programma dei due partiti si precisano e si discutono dopo, mettendosi d’accordo su quelli su cui sono in linea e trovando un compromesso sugli altri. 

In Germania si sono fatte delle grosse koalition tra Cdu e Spd senza che questo creasse scandalo né accuse di inciucio. 

ANTONELLO CAPORALE 

Salvini vuole pieni poteri? Totò diceva: “Ma mi faccia il piacere!” 

Dov’erano Lega e 5Stelle prima delle elezioni di questo Parlamento? Si scambiavano pensierini amorosi? Si tenevano per mano come due fidanzatini all’alba del loro amore? 

Che io ricordi se ne dicevano di tutti i colori. 

Non c’era nulla, proprio nulla, che facesse ritenere possibile un’intesa. 

Al punto che questo giornale predisse al M5S: se farete un governo con Salvini i vostri elettori verranno a cercarvi con i forconi. 

Vero, i forconi non si sono visti ma la fuga dalle urne sì. 

Questo è un Parlamento senza maggioranza. Perciò perché oggi dovrebbe essere inciucio ciò che ieri non è stato? La preoccupazione, piuttosto, dovrebbe essere: un governo per fare cosa? Per andare dove? 

Io so solo che al Viminale ora siede capitan Papeete. È troppo chiedere che domani ci sia un ministro? È così avventurista la strada di un accordo col Pd? Certo: conta il rancore, il risentimento, la diffidenza, la disistima. 

Ma è niente al confronto di un’elezione in cui si promuove il plebiscito. 

Dovremmo votare se concedergli i pieni poteri? Il grande Totò diceva: ma mi faccia il piacere!

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